Hledat English (United States)  Italiano (Italia) Deutsch (Deutschland)  Español (España) Čeština (Česká Republika)
22. prosince 2024 ..:: Step-Up Nor-Se Versione 2 - Parte Seconda ::..   Přihlásit se
Navigace stránek

 Step-Up Nor-Se Versione 2 - Parte Seconda Minimalizovat

LE MISURE

Setup

Trasformatore di Step-Down
Carico resistivo e capacitivo variabile
Scheda Audio E-MU Creative Professional Pre Tracker USB 2.0
Multimetro digitale PCE UT-61E
Cablaggio di segnale Supra Dual RCA - Kimber Hero

I grafici ottenuti non potevano non essere davvero tanti, circa un centinaio per essere sufficientemente esaustivi, tanto da meritare un capitolo a parte in una complessa recensione che inglobasse anche la storia della Nor-Se. Ho condotto le misure sulle due impedenze sorgenti di 1 e 22 Ohm, quelle che la strumentazione consentiva, non certo esaustive di quelle possibili, che sono molto variabili. Basti pensare, escludendo le magnete mobile che non necessitano certo di uno Step-Up, che il range per le bobina mobile va da circa 2 Ohm sino a 40 Ohm, mentre per quanto riguarda le induttanze parassite andiamo tra un decimo di microHenry e una decina di microHenry, con una tensione prodotta che può variare tra 0,15 e 0,6 millivolt in media. Si tratta però di un ambito piuttosto elastico, considerando che quelle a bassissima uscita possono scendere sotto il limite indicato, giungendo a livelli davvero irrisori (50 µV). Dall'altro lato si può arrivare per le alta uscita a 1,6 mV e oltre, vedi la mia Denon DL 160, che ha anche un'impedenza interna importante (ben 160 Ohm) e molto vicina a quella di una MM, anche per il carico consigliato, di 47 kOhm o più. La Ortofon Quintet Bronze ha invece un'uscita di 0,3 mV e impedenza interna di 5 Ohm. Anche se in questa recensione c'entrano come i cavoli a merenda, vale la pena rammentare che la situazione elettrica per le MM (Moving Magnet) è nettamente diversa, avendo queste un'impedenza interna media di centinaia di Ohm (ma non è difficile superare in certi modelli particolarmente generosi di mV anche qualche migliaio di Ohm) con un'induttanza serie parimenti elevata e aggirantesi tra circa 100 milliHenry e 1 Henry, mentre per le tensioni parliamo di un range tra 3 e 12 millivolt.

Aperta e chiusa la parentesi "magnetodinamica". Giusto per imbastire un discorso che sia un minimo completo, sarà utile capire (e calcolare) come cambia il parametro elettrico della resistenza nel passaggio dalla testina allo Step-Up e all'uscita dello stesso. In primis, perché si usa un dispositivo di questo tipo? Perché è in grado di trasformare un'alta corrente abbinata a una bassa tensione in un'alta tensione e bassa corrente. Quel piccolo selettore a tre posizioni che vediamo sul top del Nor-Se, serve appunto ad elevare la tensione di 5, 10 e 20 volte, cosa che lo inquadra nella categoria dei "multigain". In altri termini, sul secondario si potrà disporre di una tensione 5,10 e 20 volte maggiore di quella applicata al primario, ma con un quinto, un decimo e un ventesimo della corrente originaria. Ma come cambia l'impedenza interna della testina quando la connettiamo a uno Step-Up? In altri termini, quale sarà l'impedenza d'uscita di questo in relazione a quella interna della testina che collegheremo al primario? La trasformazione del parametro segue il quadrato del rapporto di trasformazione secondo la seguente formula: Zout=Zs*G^2, dove Zs è l'impedenza sorgente e G il rapporto di trasformazione. Volendo fare un esempio pratico, citando la Quintet Bronze, i 5 Ohm diventano 125 se mettiamo il selettore su 1:5, 500 su 1:10 e 2000 su 1:20. Ma c'è un'altra formuletta da considerare, imparata sempre studiando i "sacri testi", quella che riguarda l'impedenza d'ingresso (Zin) di un trasformatore (beninteso ideale): Zin=Zl/G^2, dove Zl è l'impedenza di carico offerta dal preamplificatore Phono MM (tipicamente 47 kOhm) e G è il rapporto di trasformazione.

Immancabilmente, si presenta un piccolo esempio, sulla falsa riga di quanto offre sempre il Nor-Se: scattino sull'1:5 del nostro selettore (1880 Ohm), scattino sul secondo 1:10 (470 Ohm) e sul terzo 1:20 (117,5 Ohm). L'accortezza che deve avere un buon progettista di Step-Up è quella di conciliare due contrastanti esigenze. Il numero di spire che formano l'avvolgimento primario è molto importante perché se queste sono poche risulta bassa anche l'induttanza di base del trasformatore. La conseguenza è il drastico abbassamento dell'impedenza d'ingresso alle frequenze più basse della banda audio, già calante al diminuire della frequenza. In queste condizioni viene ad acquistare maggior peso l'impedenza interna della sorgente. Ecco perché per valori di questa tendenti all'alto si apprezza alla risposta in frequenza un certo progressivo arrotondamento alle frequenze più basse. Se, al contrario, le spire sono parecchie si verifica un aumento non solo dell'induttanza ma anche delle capacità parassite cosiddette interspira. Si crea, in buona sostanza, un circuito risonante RLC, dove "R" è la resistenza serie dell'avvolgimento "L" l'induttanza e "C" la capacità interspira. Tale risonanza si può manifestare (a seconda della combinazione di valori in gioco) in concomitanza con la risposta in gamma alta del trasformatore, con la conseguenza di alterazioni anche della risposta temporale dovute alle rotazioni di fase. Quando l'impedenza d'uscita dello Step-Up aumenta, in base al crescere del rapporto di trasformazione, potendo raggiungere in certi casi anche migliaia e migliaia di Ohm, si avvicina a quella d'ingresso del pre Phono MM.

In tali frangenti si assiste a un'attenuazione delle alte frequenze nella risposta. Il carico, tuttavia, non ha soltanto una natura resistiva ma anche capacitiva. Pensiamo alla capacità d'ingresso del pre Phono o dello stesso cavo di collegamento, che possono assommare anche a 100-200 pF e oltre. In questo caso, variazioni del carico capacitivo nelle MC provocano progressivo, piccolo accorciamento della frequenza di taglio e un lieve abbassamento del picco di risonanza. Con queste premesse ci spieghiamo allora il manifestarsi di quelle deviazioni dalla linearità rilevate alle misure della risposta in frequenza, variabili in base al cambiare dei parametri presi in considerazione.


GUADAGNO
Rapporto di trasformazione 1:5
mV In: 5 - mV Out: 29,7
Guadagno in dB: 15,446
Guadagno in tensione: 5,94

Rapporto di trasformazione 1:10
mV In: 5 - mV Out: 57
Guadagno in dB: 21,138
Guadagno in tensione: 11,399

Rapporto di trasformazione 1:20
mV In: 5 - mV Out: 92,7
Guadagno in dB: 25,362
Guadagno in tensione: 18,54

 

 

RISPOSTA IN FREQUENZA



Vista l'autentica caterva di grafici ottenuti ho cercato di sintetizzare, ove possibile, anche facendo uso degli (overlay). Tre sono state le tensioni test da me individuate in questa tipologia di misura (come in altre), vale a dire 0,2, 0,8 e 1,5 mV. Le varie risposte in frequenza a questi tre livelli sono risultate perfettamente uguali. Ho riunito invece in sovrapposizione i tre carichi capacitivi prescelti di 100, 200 e 300 pF. Altrettanti sono stati i carichi resistivi adoperati: 21,747, 47 e 100 kOhm, a formare un quadro che fosse il più possibile completo in base alle mie possibilità di hardware. Come prevedibile, l'apice del picco di risonanza, centrato intorno ai 30 kHz, ha presentato un andamento variabile in base al matching d'impedenza tra uscita dello Step-Up e ingresso del pre Phono, laddove un avvicinamento tra le due ha sempre dato esito positivo sulla risposta, attenuando l'esaltazione dovuta alla risonanza sin quasi ad annullarla. Per quanto riguarda l'impedenza sorgente di 22 Ohm, grosso modo corrispondente a quella interna di una MC a media o medio-alta uscita, tutti e tre i grafici sono stati ottenuti con un'impedenza di carico di 47 kOhm (quella tipica dei pre Phono MM), adottando una tensione in ingresso di 1,5 mV, mentre il tris di rapporti di trasformazione è stato riunito in overlay. Tre i grafici ottenuti in cui il parametro che variava da uno all'altro era il carico capacitivo. Ma se dovessimo individuare quello più "bello", in cui la situazione di linearità è maggiormente approssimata?

Nell'ambito di quelli ricavati è senz'altro quello dove l'impedenza sorgente è 1 Ohm, il rapporto di trasformazione 1:20 e il carico 21,747 kOhm/100 pF. Nessun problema anche sulle frequenze più "ime", con i 10,3 Hz posti a -0,14 dB mentre i 22.304 Hz sforano di un nonnulla, appena +0,58 dB. Ottima l'estensione in questo caso: i 39 kHz sono circa un dB sotto il centro banda e i fatidici -3 dB si raggiungono alla frequenza davvero elevata di 47 kHz. Sarebbe davvero impresa ciclopica, e anche parecchio annoiante per la verità, analizzare ogni singolo grafico e riempirci la testa di numeri, per cui ho ritenuto giusto esaminare soltanto i due casi opposti in cui assistiamo alla massima esaltazione del picco sulle alte frequenze e dove, al contrario, alle alte la funzione di trasferimento appare più calante. La prima situazione (rapporto di trasformazione 1:5 - 100 kOhm - 100 pF) presenta un alto e stretto innalzamento centrato a 35.407 Hz che svetta di 6,91 dB rispetto al centro banda. Dopo tale limite si apprezza una ripida discesa dove il punto a -3 dB si raggiunge intorno a 57-58 kHz. Sostanzialmente intonsa la gamma bassa più profonda, con i 10 Hz praticamente in linea con i 1000 Hz, attenuati di un irrisorio -0,06 dB. Situazione molto diversa nel secondo grafico (rapporto di trasformazione 1:20 - 47 kOhm - 300 pF). Sul lato basse la situazione è decisamente rosea: un modestissimo e progressivo calo del livello esordisce intorno ai 50 Hz, che si trovano a -0,09 dB rispetto al centro banda, per un'attenuazione che raggiunge il suo massimo a 10 Hz con un limitatissimo -0,52 dB, assolutamente inavvertibile all'ascolto; i 20 Hz, limite inferiore delle possibilità dell'orecchio umano, sono a -0,23 dB. Più sensibile il roll-off sulle alte: a 10.526 Hz il livello scende di 0,4 dB rispetto a 1000, intorno ai 15 kHz siamo a circa 1 dB sotto, che diventano 2 tondi tondi a 21.052 Hz. il punto a -3 dB si raggiunge oltre i 25 kHz.


DISTORSIONE ARMONICA TOTALE E PIÚ NOISE - DISTORSIONE D'INTERMODULAZIONE (13-14 KHZ / 19-20 KHZ / 250-8000 HZ)



La bontà dei risultati si commenta da sola. Con 1,5 mV di tensione somministrata al Nor-Se, che diventano 17 mV effettivi con il rapporto di trasformazione 1:10, carico di 47 kOhm/100 pF, la THD si attesta sullo 0,0062%, la THD+N sullo 0,14%. Altrettanto basse sono le tre distorsioni d'intermodulazione: 0,0068% (doppio tono di 13/14 kHz), 0,005% (19/20 kHz) e 0,024% alla più "cattiva" SMPTE IMD (250/8000 Hz). Ancor migliori si presentano i tassi distorsivi con il rapporto di trasformazione di 1:20 (uscita di 28 mV), sempre con carico di 47 kOhm/100 pF, dove la THD/THD+N è, rispettivamente, dello 0,0029% e 0,075%, mentre le tre intermodulazioni si attestano sullo 0,0037% (13/14 kHz), 0,0032% (19/20 kHz) e 0,014% (250/8000 Hz). Vista l'esiguità del segnale, si tratta di misure piuttosto "critiche" per quanto riguarda il rumore. Ho messo quindi la massima attenzione in quello che facevo, staccando la spina a tutte le luci ed elettrodomestici in casa. Inoltre, ogni rilevazione è stata realizzata con PC e scheda audio esclusivamente alimentati a batteria. Sono risultati di assoluto pregio quelli raggiunti da Egidio Mapelli con il suo Step-Up Versione 02, grazie alla cura costruttiva e all'oculata scelta d'impiegare per il nucleo materiali d'eccellenza, come sappiamo di estrema importanza sia in termini di linearità che di banda. Va da sé che un'eventuale carenza di linearità del nucleo ferromagnetico si può riflettere nell'insorgenza di distorsione di non linearità, armonica e d'intermodulazione, essenzialmente dovuta alla non proporzionalità tra le variazioni di corrente e quelle del flusso magnetico.


DISTORSIONI ARMONICHE VS FREQUENZA



Valutato anche l'andamento delle distorsioni armoniche, sino alla quinta, al variare della frequenza. Due le tensioni di test in ingresso, 0,8 mV e 1,5 mV, sempre uguale il carico (47 kOhm/100 pF) e impiegati tutti e tre i rapporti di trasformazione a disposizione. Duplice è stata anche la tipologia di grafico prodotto: in dB e percentuale. In entrambi i livelli, agli estremi si verifica un relativo innalzamento dei tassi rispetto al centro banda, più evidente sulle basse frequenze. Esaminiamo quello di livello più elevato (1,5 mV - 1:20 - 47 kOhm - 100 pF), dove la tensione in uscita raggiunge i 28 mV. Anche qui ottimi i risultati a 1000 Hz: THD 0,0032%, seconda armonica 0,0026%, terza armonica 0,00028%, quarta armonica 0,001% e quinta armonica 0,00064%. Un andamento che differisce agli estremi, dove i tassi aumentano un po', attestandosi la THD sullo 0,88% a 22 Hz e 0,017% a 20 kHz e mostrando una risalita più modesta sulle alte frequenze. Ben stabili e molto bassi i valori del corteo di armonici nell'ampio range tra circa 200 e 10.000 Hz.


ONDA QUADRA



La risposta all'onda quadra è un altro test di valutazione molto significativo, indicativo di eventuali attenuazioni ed esaltazioni in banda audio e, corrispondentemente, a fenomeni di rotazione di fase. Nell'ambito delle tre impedenze di carico esaminate, 21,747-47-100 kOhm, ferma restando l'impedenza sorgente di 1 Ohm, il carico capacitivo (100 pF), il livello di tensione in ingresso (1,5 mV) e il rapporto di trasformazione (1:20), assistiamo a un crescente e persistente "overshoot", sintomatico dell'enfasi intorno ai 30 kHz dovuta ai noti fenomeni di risonanza, che implicano anche correlative rotazione di fase. La perpendicolarità dei fronti di salita e discesa (i segmenti verticali), indice invece della presenza o assenza di attenuazioni in gamma acuta, in questi primi tre grafici è sostanzialmente rispettata. Nessuna lentezza appare, sintomo della mancanza di attenuazioni, come evidente anche dalla risposta in frequenza. Diversa è la situazione fotografata nel caso dell'impedenza sorgente a 22 Ohm, rapporto di trasformazione fisso di 1:20, come il carico capacitivo di 100 pF, ma variabile sui tre valori prima citati il resistivo. Completamente assente in questo caso l'overshoot, mentre si assiste a un progressivo rallentamento dei fronti di salita/discesa. Compare anche una leggera e progressiva inclinazione della parte orizzontale della quadra, dall'alto verso il basso, causata dalla modesta attenuazione in gamma bassa e relativa rotazione di fase. Dall'esame visivo l'onda quadra più "bella", quella cioè che meglio approssima un rettangolo, è quella relativa ai 21,747 kOhm.


ALTO PAPAVERO
L'ASCOLTO


Setup

Giradischi Pro-Ject Debut II SE con testina Ortofon Quintet Bronze
Step-Up Nor-Se Versione 2
Preamplificatore Phono Grandinote Celio
Preamplificatore Advance Acoustic MPP-202
Finale di potenza EAM Lab PA2150
Finale di potenza Rotel RB 1070
Diffusori Canton LE 109
Cavi di segnale Supra Dual RCA e Kimber Hero
Cavi di alimentazione e potenza Labirinti Acustici Fluxus

Più volte ho affermato, forse sbagliando, che il momento dell'ascolto è quello più rilassante, almeno se parliamo di una recensione che metta in gioco anche le misure. Dopo anni e anni le mie riflessioni in merito sono cambiate. Il significato del termine "rilassare" è chiaro, lo cito paro paro dalla Treccani: Verbo transitivo [dal latino relaxare, composto di re- e laxare «allargare, allentare»; v. lasciare e lassare]. – Allentare, distendere, far diminuire la tensione fisica e psichica (più comune di rilasciare quando si riferisce alla tensione nervosa o muscolare). Non si può dire, a questo punto, che una seduta d'ascolto sia così definibile poiché richiede invece una grande concentrazione. Bisogna essere nelle condizioni psichiche per poter giudicare serenamente; se siamo nervosi o stanchi, per esempio, è meglio lasciar perdere e cercare una giornata migliore. Accumulata una buona serie di ascolti per formarsi un'opinione, attingendo a delle registrazioni che si conoscono MOLTO bene, bisogna poi pescare nella propria memoria uditiva, come sappiamo piuttosto labile, per tentare dei confronti. Qui entrano in gioco esperienza e un buon orecchio, che non deve mai mancare in chi si arroga il diritto di poter emettere delle valutazioni. Se poi si vuol entrare nel campo minato delle comparative, quelle interminabili sedute in cui c'è un roteare di oggetti da mettere a confronto, il compito diventa davvero mefistofelico. Nel mio caso una comparativa è esclusa a priori, non sono uno che in casa ha decine e decine di fonorivelatori da far "danzare" a ritmo di valzer.

Esclusa anche la mia Denon DL 160, per i motivi che già ho detto, la scelta, direi obbligata, è necessariamente ricaduta su Ortofon Quintet Bronze prestatami dal gentile amico. Posso però fare un confronto tra le due diverse configurazioni che ho potuto adottare sul mio Grandinote Celio, eccellente pre Phono MM/MC, usato sia "stand alone" (Guadagno "H" di 67 dB) sia in abbinamento con il Nor-Se, in modalità guadagno minimo "L" (53 dB). Nella configurazione due (con il Nor-Se) ho avvertito una maggior trasparenza e ricchezza di armonici, con dei vantaggi soprattutto sulla gamma medio-alta e alta, mentre sulle basse frequenze darei una sostanziale parità. È davvero una gran bella testina questa Quintet Bronze, il cui comportamento viene esaltato dalla sinergia con lo Step-Up Nor-Se, il quale mostra subito tutte le sue qualità già all'ascolto del primo vinile, Rameau-Bob James, un godibilissimo CBS del 1984 ascrivibile al genere Synth-pop/Baroque. L'immediatezza con cui vengono restituiti i transienti è impressionante ed è uno dei pregi che, ancora oggi, fanno la differenza con il digitale, anche se quest'ultimo ha oggi raggiunto livelli d'eccellenza. Chiunque abbia letto l'articolo "PRaT" di Mark Wheeler su TNT Audio sa di cosa parlo. Siamo su livelli di accuratezza stratosferici, avviene quando il microsolco è in grado di battersela alla pari con l'alta definizione di stampo digitale, anche se sul citato parametro istantaneità credo che ci sia poco da fare.

È una sensazione forse difficile a definirsi, ma in cui risiede essenzialmente la magia del vinile, consistente nell'assenza di elementi che si mettono di mezzo tra ciò che contiene il supporto e la percezione che di questo riceve il nostro orecchio. Ottima la dinamica sfoderata, magari quella reale misurata alla fine può non essere granché, ma quello che fa la differenza è, ancora una volta, la tempestività con cui viene espressa. Prima di passare a generi più movimentati mi concedo un altro ascolto classico, anzi un paio. Il primo è un doppio vinile RCA rilasciato nel lontano 1969, da me maniacalmente custodito, con le Sei Sonate per archi, le Variazioni per clarinetto e piccola orchestra In do Minore e la Serenata per piccolo complesso In mi bemolle maggiore di Gioacchino Rossini (Claudio Scimone e I Solisti Veneti). Il secondo è un "Box" della Deutsche Grammophon del 1975 con due vinili, uno dei più cari della mia collezione perché, al di là del suo straordinario valore artistico, è legato a delle vicende personali molto particolari, contiene la Sinfonia N. 5 e i Kindertotenlieder di Gustav Mahler nella straordinaria interpretazione dei Berliner Philharmoniker diretti da Herbert Von Karajan, mezzosoprano una Christa Ludwig da lacrime agli occhi. Qui si coglie l'occasione, lontani dall'"elettronicità" del Rameau di Bob James, di apprezzare l'ortodossia timbrica degli archi, della grande orchestra e della voce. Le suggestioni, la musicalità che sprigionano questi dischi è impagabile, testimonianza di un mondo semi-sommerso ma la cui bellezza ci salta addosso non appena un setup analogico di questo livello lo ravviva.

La personalità timbrica degli archi in Rossini è della massima credibilità, esposta sempre con vivacità, bandita ogni approssimazione, non solo nel dettaglio ma anche nel cesello del palcoscenico. Non sono suoni, dice l'audiofilo che è in me, ma sculture sonore. Ascolto dopo ascolto, vinile dopo vinile, emerge il carattere dell'abbinata Quintet Bronze più Nor-Se come uno dei più neutrali e bilanciati che mi sia mai capitato di ascoltare. La capacità di dettaglio è sopraffina, come solo una MC a bassa uscita può fare, tanto che dopo aver sentito valangate di file audio non è peregrino riconoscere in un vinile ben registrato, stampato con cura e riprodotto da un siffatto setup la vera, alta risoluzione. La Ortofon è una testina dinamica, scolpita e molto precisa nella scansione dei piani sonori, sempre nel rispetto di una pregevole imparzialità del bilanciamento tonale. La voce della grande Christa Ludwig, come d'altronde ogni cosa, è immersa in una naturalissima e confortante luce analogica. Le sferzate orchestrali presenti nello "Stürmisch Bewegt. Mit Grösster Vehemenz" della Quinta sono realmente come delle fulminee staffilate, alla pari del tempestoso lieder "In Diesem Wetter, In Diesem Braus". Si cambia genere. Ho diversi dischi della Premiata Forneria Marconi, uno tra i miei preferiti è "Jet Lag", dove nella prima traccia c'è il bellissimo assolo "Peninsula", suonato da "Francone" Mussida. Nor-Se e Ortofon sanno estrarre dai microsolchi una miriade d'informazioni, dalle più sensibili alle più sottili, che unite tutte insieme forniscono l'attendibile affresco sotteso alla realtà della registrazione.

Le pennate sulle corde della chitarra sono del tutto prive di aloni o indecisioni, arrivano nette, secche e asciutte, senza con questo voler dire che la Bronze sia una testina dal carattere duro e brillante, tutt'altro... Per comprendere, bisogna far ritorno al concetto suesposto di tempestività in ogni transizione musicale, quasi una presa diretta sul suono dove a ogni intermediario è severamente proibito entrare. Troviamo una chitarra invece più soffice in "Out Of The Roundabout", quarto brano del magniloquente vinile Chocolate Kings, sesto album in studio della formazione di rock progressivo pubblicato nel 1975. Qui l'alone - epico e sonoro - c'è, volutamente', insieme alla voce graffiante di Bernardo Lanzetti. Un lavoro complesso, strabordante d'idee musicali, testimone dell'alta cifra tecnica che questi artisti erano in grado di esprimere. Una nota di merito va senza ombra di dubbio alla grandiosa ariosità di questa abbinata. Spunta fuori ancora un doppio vinile, Tafelmusik II. Teil di Georg Philipp Telemann, edizione Telefunken del 1965, un raffinatissimo barocco dove il valore aggiunto sta proprio in una gamma alta altrettanto sofisticata, senza limiti né penalizzanti arrotondamenti armonici. È un range superiore che vola alto, su rimarchevoli livelli di purezza e che rendono la Ortofon Quintet Bronze e lo Step-Up Nor-Se Versione 2 degli autentici campioni analogici. Disgiungere le loro prestazioni, riconoscere e differenziare i loro singoli contributi è per me ardua impresa, nella quale non mi voglio proprio mettere. Posso solo dire che questo piccolo, meraviglioso Step-Up, contribuisce al risultato finale non tarpando le ali alla Quintet Bronze ma facendola esprimere ai suoi più alti livelli.


Alfredo Di Pietro

Marzo 2019


 Tisk   
Copyright (c) 2000-2006   Podmínky používání  Prohlášení o soukromí
DotNetNuke® is copyright 2002-2024 by DotNetNuke Corporation