INTRO
La mia prima presa di contatto con il diffusore Morel Avyra 622 è stata favorita dall'amico Carlo Colombo, che un bel giorno mi ha invitato a casa sua per un ascolto. "Vieni da me che ti faccio sentire qualcosa d'interessante", mi aveva detto al telefono. Conoscendo Carlo da un po' di tempo, già dal tono di voce avevo capito che si trattava di un qualcosa che valeva la pena sentire. Appena entrato nella sua sala mi sono trovato di fronte questo bel sistema a due vie collocato su un supporto, non il solito parallelepipedo squadrato ma un oggetto dotato di un mobile dall'eleganza curvilinea, impreziosito da due inserti laterali neri a forma di "L" rovesciata che ispessivano i pannelli laterali per parte della loro superficie. Non ricordo quale brano abbiamo ascoltato per primo, ma sono rimasto immediatamente catturato da un suono nitido, pulito e veloce, oltre che da un basso la cui estensione mi è sembrata subito notevole. Altro particolare che mi ha colpito il palcoscenico sonoro, ampio e profondo, ben oltre le dimensioni fisiche del mobile, una sensazione che in seguito è stata confortata dalle rilevazioni strumentali. Non ho esitato granchè a chiedere a Carlo se ci fosse stata la possibilità di averlo per una prova. Ecco che, subito dopo il Milano Hi-Fidelity ho trovato pronta per me una coppia di Avyra 622 da tenere per un mesetto. Unica differenza gli inserti laterali, che erano in legno rovere naturale invece che neri. Per questo ringrazio lui e il signor Giancarlo Gemmati, titolare di Morel Italia, distributrice del marchio israeliano nel nostro Paese.
MOREL. UNA STORIA TRA MUSICA E TECNOLOGIA.
Quando ho letto il nome di questo diffusore da stand ho pensato subito all'antivirus che girava sul mio PC diversi anni fa, l'Avira appunto. Qualche ricerca in rete mi ha poi condotto a un fornitore di servizi di marketing e comunicazione mobile o, ancora, a un sito di prodotti per la moda e lo stile femminile. Alla fine ho dato credito al vezzo che hanno diversi marchi Audio di utilizzare termini suggestivi per la loro produzione, imbattendomi nel lemma Avir (אויר), espressione con cui nella tradizione ebraica s'intende l'etere celeste e spirituale, letteralmente tradotto con aria. Ho trovato quindi plausibile quest'ultima ipotesi, visto che coincide sostanzialmente con il carattere sonico di questo sistema. Parliamo dell'ultima novità Morel, nome che deriva dalla sintesi di MORdechai ELectroacoustics, un glorioso marchio la cui storia prende avvio nel 1975, quando Meir Mordechai lo fondò, mosso dal suo amore per la musica e spinto dall'ambizione di creare un altoparlante che restituisse la magia della musica nel modo più naturale possibile. Da quel momento si è sviluppata una ricerca durata davvero una vita (e che prosegue ancora oggi), esitata in successive generazioni di altoparlanti mirati a stabilire nuovi standard per quanto riguarda la qualità del suono.
Nella mente del fondatore l'unione tra musica e trasduzione elettroacustica doveva essere particolarmente salda, tanto da considerare gli altoparlanti alla pari di strumenti musicali. Ma per realizzarli si deve passare dalle parole ai fatti, dalla poesia alla tecnologia avanzata, viste le "desiderata", e ai più moderni strumenti industriali. Per questo ogni prodotto Morel è assemblato a mano e meticolosamente testato, sottoposto a ben sette diversi test di qualità prima della sua immissione sul mercato.
DIFFUSORE AVYRA 622
UNA NUOVA STELLA DEL FIRMAMENTO MOREL
SPECIFICHE TECNICHE
Tipo: Sistema a due vie/due altoparlanti
Costruzione: Mobile in MDF (Medium Density Fiberboard) con finitura in nero, bianco e legno.
Caricamento acustico: Bass-Reflex
Altoparlanti: Un woofer da 160 mm con cono integrato monopezzo, doppio motore magnetico, bobina mobile in Alluminio da 75 mm EVC (External Voice Coil), bobina in Titanio. Un tweeter da 28 mm in Acuflex con cupola morbida fatta a mano. Bobina mobile in Alluminio.
Risposta in frequenza: 35 - 20.000 Hz (+2 dB/-3 dB)
Impedenza nominale: 4 Ohm
Potenza nominale di pilotaggio: 160 Watt
Potenza di pilotaggio di picco: 1000 Watt
Sensibilità: 88 dB/2,83 V/1 m
Frequenza di crossover: 2,2 kHz
Dimensioni (Larghezza/Altezza/Profondità: 241 mm x 360 mm x 271 mm
Peso: 8 kg
La nuova serie Avyra di Morel è composta di quattro modelli: il 622, diffusore da supporto protagonista della nostra prova, la torre da pavimento 633, il centrale C5 e un Subwoofer. Non manca un elegante supporto, il B1, dotato di punte e adatto proprio per il nostro 622, disponibile nelle quattro finiture di nero, bianco, noce e rovere, esattamente le stesse che vengono offerte sui diffusori. Sulle fattezze del mobile mi sono già pronunciato brevemente nell'Intro, non mi dilungo oltre perché le immagini dicono più di tante parole, integro la descrizione con la griglia di protezione, la quale è tenuta in sede tramite dei piccoli magneti e risulta molto trasparente al suono. Devo fare una notazione sulla grande placca posteriore portacontatti Mono-Wiring, larga quasi quanto il mobile e tenuta in sede da ben quattordici viti. Ho cercato di rimuoverla pensando che fosse solidale con la PCB ospitante il filtro crossver, ma ho desistito perché opponeva molta resistenza e io non avevo alcuna intenzione di rovinare qualcosa. In seguito, levando il mid-woofer dal baffle, mi sono accorto che la PCB era invece alloggiata sul fondo, tenuta in sede da quattro viti. Ho approfittato per dare un'occhiata all'interno, trovando le pareti foderate di assorbente acustico in fibra di poliestere.
Un setto di rinforzo è posto subito al di sotto del tweeter, solidale con i pannelli anteriore e posteriore. Il mobile è in MDF (Medium Density Fibreboard), materiale molto spesso usato nei diffusori per la sua sordità e anche per l'economicità. Il suo spessore (misurato in corrispondenza del pannello frontale) è pari a 1,5 cm. Di adeguata sezione il cablaggio, avvolto in una sorta di guaina di materiale sintetico nero. Di qualità i contatti multifunzione, che accettano cavo spellato, banane e forcelle, come di buona fattura sono pure i Fast-On dei due altoparlanti, dorati in superficie e precisi nel loro sistema di bloccaggio. Non di rado ho dovuto battagliare con Fast-On di scarsa qualità, che non volevano saperne di scorrere liberando il conduttore. Non è assolutamente il caso di questi che equipaggiano i Morel. Notevole il crossover, che impiega un'ottima componentistica passiva: tre condensatori marchiati Morel, due induttori avvolti in aria e due resistori, uno ceramico e l'altro all'ossido di metallo con tolleranza ± 5%. Immediato arrivare ai rispettivi valori poiché indicati sui componenti stessi, tranne gli induttori, che ho misurato con il mio ponte LCR Goyerrnes GR-4070L.
I TRASDUTTORI
Sono senz'altro da conoscere i processi innovativi portati avanti dall'azienda israeliana per tradurre la poesia della musica in tecnica. Secondo la filosofia del marchio non ci devono essere compartimenti stagni tra questi due ambiti ma uno deve embricarsi con l'altro. Avviando una ricerca sul sito ufficiale Morel non mi è stato possibile trovare alcun modello di mid-woofer targato "6B", la sigla visibile sulla targhetta dopo aver rimosso il componente dal mobile. Ad ogni modo questo altoparlante somiglia molto, almeno nell'aspetto, a diversi modelli della gamma Classic Advanced, Elite e Titanium Former. Si potrebbe quindi trattare di un modello appositamente pensato per la serie Avyra. Stesso discorso per il tweeter, l'MDT 30NF; anche qui, se togliamo l'NF troviamo due modelli della serie Classic Advanced, il CAT 304 e il CAT 308, che sono esteticamente identici. Ma cosa rende speciali questi trasduttori elettro-meccano-acustici, curati nei minimi particolari sin dall'estetica? La prima cosa che salta all'occhio di questo midwoofer è il bel cestello aperto, che risulta aerodinamicamente efficiente, atto a ottimizzare la ventilazione e la decompressione, da cui il termine che lo identifica, Uniflow, una tecnologia che consente alle onde sonore di fluire in modo uniforme e fluido.
Data La sua particolare forma geometrica, elimina l'interferenza con i componenti mobili del woofer, così da permettere l'uso di uno spider a basso profilo per un maggior supporto e stabilità. Al centro della piastra posteriore è presente un filtro denominato (Controlled Acoustic Resistance), tradotto: resistenza acustica controllata, in grado di migliorare il carico acustico controllando il flusso d'aria all'interno del driver. Tale filtro è assimilabile all'effetto di un cabinet e ottimizza la gestione della potenza del 30%, fornendo un maggior controllo sul movimento del cono per un'incrementata dinamica dei bassi. Per inciso, diversi altoparlanti Morel (compreso il nostro B6) sono dotati della tecnologia EVC (tra un po' vedremo cos'è) e sono schermati per oltre il 90%. Il complesso motore è un altro dei punti di forza del marchio israeliano. Vengono utilizzati quattro sistemi motore: High Grade Ferrite, Neo motor (NMM), Double magnet (DMM) e Hybrid motor (HMM), ognuno progettato per raggiungere un equilibrio molto preciso tra dimensioni, peso e flusso magnetico, particolare che garantisce l'ottimizzazione delle caratteristiche elettromagnetiche di ogni trasduttore.
Sempre parlando di motore, la Morel ha ideato l'Electro-Magnetic Linearity Offset (ELO), un'ottima medicina per curare le correnti parassite elettromagnetiche generate dal movimento del trasduttore, causa di asimmetria nel flusso magnetico. Tali correnti sono nocive per un corretto funzionamento, in gran parte responsabili della non linearità e della distorsione d'intermodulazione. Per combattere questo deleterio fenomeno, un anello di cortocircuito in rame viene posizionato sulla piastra superiore e sul polo, appunto per contrastare la modulazione del flusso magnetico creata dalle correnti parassite. Il risultato è una riduzione della distorsione e una risposta in frequenza più uniforme. Procediamo per acronimi, incontrando l'EVC (External Voice Coil), che prevede l'utilizzo di bobine mobili fino a tre volte più grandi di quelle presenti negli altoparlanti convenzionali. Notevoli i vantaggi conseguiti, riassumibili in una miglior dissipazione del calore, gestione della potenza e linearità. La tecnologia EVC comporta lo spostamento del sistema motore magnetico all'interno della bobina mobile, mentre solitamente è posto all'esterno, così da eliminare il flusso magnetico disperso e indirizzare efficacemente tutta l'energia magnetica alla bobina mobile.
Secondo la Morel, quest'architettura è di oltre il 90% più efficiente rispetto alla configurazione convenzionale. La bobina mobile (del tipo Under-Hung) è in Hexatech, realizzata al 100% con filo di alluminio a forma di nido d'ape, una geometria che consente di ridurre gli spazi vuoti negli avvolgimenti, aumentandone così l'efficienza fino al 20%. Inoltre, queste bobine sono molto leggere, responsabili dell'ottima risposta ai transienti che vantano gli altoparlanti Morel. Il loro supporto è in Titanio, materiale noto per la sua elevata rigidità, leggerezza, trasferimento di calore e caratteristiche conduttive. Ma non è finita qui. L'equipaggio mobile si avvantaggia della tecnologia PFS (Progression Field Symmetry), per produrre un'escursione lineare più lunga e permettere allo spider e alla sospensione esterna di essere particolarmente prestanti, in particolare a livelli di uscita elevati, e agire progressivamente come ammortizzatori per impedire lo spostamento verso il fondo della bobina mobile. Passiamo alla membrana, anch'essa non banale: un cono monoblocco TLC (Triple Layer Composite), formata da uno strato superiore in fibra di carbonio intrecciata, un'anima in schiuma Rohacell e uno strato sottostante in fibra di carbonio non intrecciata.
In buona sostanza una struttura proprietaria ben equilibrata tra peso, rigidità ultra elevata e notevoli caratteristiche di autosmorzamento. La sospensione esterna, infine, è in gomma naturale e composito di schiuma. Il tweeter MDT 30NF beneficia delle caratteristiche sin qui citate (schermatura, sistemi motore, ELO, EVC, Exatech, supporto della bobina mobile Under-Hung in Titanio), aggiungendone altre legate alla sua natura di trasduttore per le alte frequenze. Parliamo della IRC (Integrated Rear Chamber), una camera posteriore integrata altamente smorzata, progettata per decomprimere la modulazione dell'aria dietro il diaframma del tweeter e della tecnologia Acuflex, la quale prevede che sulla cupola morbida venga applicato a mano un composto smorzante, appositamente progettato, per incrementare rigidità e smorzamento, in tal modo da migliorare la chiarezza e la larghezza di banda del tweeter. Il diaframma così trattato presenta una cancellazione controllata del Break-Up, il che significa che ogni fenomeno di Break-Up viene contrastato da un'altro nella direzione opposta, consentendo una risposta in frequenza uniforme.
Questo fenomeno, per chi non lo sapesse, avviene quando la membrana smette di funzionare come un pistone rigido e oscilla in modo non uniforme nei suoi vari punti, con conseguenze ben visibili alla risposta in frequenza. Un accorgimento aiuta questo tweeter Morel raffreddato con fluido ferroso nella sua emissione: la geometria a cupola alta, che garantisce un'ampia dispersione e prestazioni eccellenti fuori asse. Cosa che potremo apprezzare appieno nella pagina dedicata alle misure.
IL MANUALE UTENTE
In un prodotto che si rispetti anche il libretto d'uso e manutenzione deve seguire quella linea di serietà e completezza riservata all'oggetto. E quello delle Avyra 622, scritto in condivisione con il modello da pavimento 633 e il centrale C5, non presta il fianco ad alcuna critica. Accuratamente descritta per punti progressivi anche la procedura dell'"Unboxing", spesso trascurata se non omessa, eppure non sono rari gli "incidenti" dovuti a uno sballaggio scorretto e frettoloso, fatto magari sotto l'impellenza di mettere il diffusore in funzione. Il mio consiglio è di prendervi tutto il tempo, stando attenti a evitare manovre inconsulte. Tutti gli argomenti sono presi in considerazione e chiaramente descritti, compreso il rodaggio. A riguardo la Morel consiglia di far suonare il sistema a livelli di volume incrementali, con tracce audio dinamiche, per 24-36 ore di continuo. Durante tale periodo si sconsiglia vivamente di utilizzare del rumore rosa, toni di prova, onde sinusoidali o qualsiasi altro segnale generato poiché potrebbe danneggiare il diffusore e i componenti del crossover. Vengono date precise e dettagliate indicazioni per il posizionamento in ambiente, è spiegato come conseguire un certo bilanciamento tonale sulle basse frequenze in base alla posizione scelta. Come ottenere un palcoscenico sonoro efficace ruotando i diffusori a convergere verso il punto d'ascolto (scopriremo poi alle RTA in ambiente qualche piacevole sorpresa...).
IN MEDIO STAT VIRTUS
L'ASCOLTO
Impianto
Lettore di rete WiiM PRO-A2FC
Piattaforma Streaming Qobuz
Amplificatori integrati stereo:
- Microsound Technology Ai60
- NAD 3020B
- Mohr SV50
- Trends Audio TA-10.2
- Lym Audio 1.0T Upgraded Linea
- Aiyima A02
Preamplificatore linea Advance Acoustic MPP 202
Amplificatori finali di potenza:
- EAM Lab PA2150
- Rotel RB 1070
Cavo di segnale Audio Quality RCA
Cavo di potenza Fluxus Alimentami
ALBUM ASCOLTATI
- Mozart - Tänze & Märsche - Mozarteum Orchester Salzburg - Hans Graf
- Beethoven - Symphony N. 9 - Pittsburgh Symphony Orchestra - Manfred Honeck
- Gustav Mahler - Symphony N. 5 - Symphonie-Orchester des Bayerischen Rundfunks - Rafael Kubelik
- The Last Concert - The Modern Jazz Quartet
- Chet Baker - Chet Stereo
- Bill Mays Trio - Live At Jazz Standard - Bill Mays/Matt Wilson/Martin Wind
- Zucchero Sugar Fornaciari - Oro, Incenso e Birra
- Elio e le storie tese - Del Meglio Del Nostro Meglio
- Fiorella Mannoia - Le Canzoni
- Beverley Johnston - Marimbach
- Wiener Glasharmonika Duo - Glas & Steine
- Gaudi - 100 Years of Theremin (The Dub Chapter)
- Van Halen - Van Halen II
- AC-DC - Back In Back
- Banco del mutuo soccorso - Io Sono Nato Libero
Per la prima volta come sorgente utilizzo esclusivamente il lettore di rete WiiM PRO-A2FC e la piattaforma Qobuz, probabilmente la migliore oggi esistente, se non per disponibilità di brani sicuramente per la qualità audio. Tante le amplificazioni usate, c'è stato un gran roteare tra queste, ho collegato alle Morel tutte quelle che ho in casa più il Microsound Technology Ai60, gentilmente prestatomi dall'amico Carlo Colombo. Il perché di tanta grazia sta nelle elevate capacità rivelatrici di questo diffusore, tali da fargli cambiare personalità a seconda delle registrazioni e amplificazioni a monte. La bassa sensibilità riscontrata alle misure lasciava presagire un pilotaggio insufficiente da parte degli oggetti meno dotati di Watt, cioè il Trends Audio TA-10.2 e il Lym Audio 1.0T Upgraded Linea, ma ho comunque ottenuto dei risultati accettabili anche con questi. Anche i due T-Amp hanno quindi potuto dire la loro, ovviamente senza pretendere lo sviluppo di pressioni acustiche da concerto Rock, sono state a ogni modo sufficienti in un ambiente domestico per ascolti condotti a volumi condominiali. La mia posizione d'ascolto ha coinciso con quella adoperata per le RTA ambientali, vale a dire punto d'ascolto a 340 cm, distanza dei diffusori dalle pareti laterali di 40 cm e 60 cm dalla parete di fondo.
Forse nella storia non è mai stato così facile fruire della musica. Basta abbonarsi a un servizio streaming, che punti possibilmente a un'alta qualità del suono (Qobuz è perfetto), scaricare le App dedicate per Smartphone e, volendo, PC, dotarsi di un lettore di rete, proprio come il mio WiiM PRO-A2FC, e navigare tra le decine di milioni di titoli disponibili. Inizio la seduta finale con le delizie musicali elargite dal doppio album Mozart - Tänze & Märsche, un ascolto che apre le porte all'eleganza e al buon umore. Il contenuto energetico in gamma medio-bassa di questa registrazione del 1999, pubblicata dall'etichetta Capriccio, è molto scarso e invita a porre l'attenzione sulla media e alta. Qui troviamo uno smalto di lucentezza equorea, una stoffa degli archi adatta a far risaltare le notevoli doti di raffinatezza delle Avyra 622, che moltiplicano il piacere d'ascolto di brani come le 6 German Dances K 509. Pezzi godibilissimi, di grande inventiva melodica. Sono sistemi in grado di esprimere sempre, registrazione permettendo, una ragguardevole sensazione di aria, di libertà e svincolamento dalle dimensioni fisiche del mobile. Cambiamo epoca e dimensioni orchestrali con la Sinfonia N. 9 di Beethoven, eseguita dalla Pittsburgh Symphony Orchestra diretta da Manfred Honeck.
Qui troviamo maggior energia e dinamica rispetto alla registrazione precedente. Nello "Scherzo. Molto vivace" il pulsare dei timpani è reso con grande risalto dinamico, immediatezza e una tensione intonsa. Non ci si lasci ingannare dalla "gobba" intorno agli 80 Hz, non c'è nulla di gonfio, di molle nel basso del nostro diffusore, essendo quell'esaltazione un dato meramente quantitativo, che niente ci dice sulla qualità. Alla prova dei fatti il comportamento del mid-woofer 6B è eccellente sotto tutti i punti di vista, per reattività al minimo segnale inviatogli, velocità, trasparenza e articolazione. Anche la tenuta in potenza è formidabile per la tipologia, tale da non metterlo mai in difficoltà (e per farlo di Watt ce ne vogliono davvero tanti). Sono tutte qualità che emergono nella riproduzione della grande orchestra tardoromantica della Sinfonia N. 5 di Gustav Mahler, dalla quale ascolto lo Scherzo, il sublime Adagietto, e il liberatorio e scintillante Rondo-Finale. I piani sonori sono ben riconoscibili, il "voicing" mai confuso ci permette di seguire l'intricato contrappunto del Rondo-Finale, cristallino lo svolgersi della serie di fugati. Dalla Classica si passa al Jazz con "The Last Concert - The Modern Jazz Quartet".
Il basso e il medio sono molto presenti, corposi e avvolgenti. Se è vero che l'impostazione di questo diffusore è leggermente "loudness", è altrettanto vero che la gamma media non viene assolutamente sacrificata, immanente quando lo è nella registrazione. È la volta di "Chet Baker - Chet Stereo", la tromba più melanconica ed espressiva del Jazz, un suono diretta emanazione della sua tormentata esperienza umana; anche in quest'occasione il medio spicca per luminosità e concretezza. A dispetto di chi non crede alle misure, ci sono dei parametri tecnici che fanno la differenza all'ascolto, come i lobi polari di emissione alle varie frequenze. Questi, se ampi e regolari, donano una pregevole sensazione di ariosità e un fronte sonoro libero da ristrettezze. Avviene in "Bill Mays Trio - Live At Jazz Standard", dove troviamo le soffuse atmosfere di un Jazz Club, forse lievemente fumose ma dai contorni strumentali delineati con schiettezza. Un po' indietro la batteria di Matt Wilson e ben in avanti, invece, il basso di Martin Wind e il pianoforte di Bill Mays. La prestazione è scattante, viva e pulsante, non soffre di ammorbidimenti ma non risulta mai "aguzza", segno di notevoli potenzialità nell'esprimere l'origine naturale di strumenti e voci.
Già, le voci... Ascolto quella graffiante di Zucchero Sugar Fornaciari nel suo vecchio (1989) lavoro "Oro, Incenso e Birra", quinto album in studio del cantante che è stato per ben sette anni l'italiano più venduto nel mondo, con oltre otto milioni di copie smerciate. Bellissimo e ormai mitico. Le Morel estraggono l'anima Blues di Zucchero in una suggestiva alchimia timbrica, che staglia la musica su uno sfondo solido, stabile, distilla l'essenza autentica di ogni brano, forma un'immagine credibile, sintesi di frammenti sonori evidenti e minuscoli, di luci crepitanti. Mi diverto un po' con "Elio e le storie tese - Del Meglio Del Nostro Meglio", una rassegna dei loro maggiori successi, ricolmi di sberleffi, effetti dalla sicura comicità e anche qualche volgarità. Una curiosità: La copertina dell'album è una versione allargata di quella dell'album E tu... di Claudio Baglioni. Dal divertimento passo a "Fiorella Mannoia - Le Canzoni", album stupendo del 1993 dove la cantante romana mette in fila quindici brani in un'antologia, con tre di questi in versione nuova, attinenti al suo periodo artistico dal 1988 al 1992. Nella registrazione la voce è piuttosto lontana, quasi sovrastata dagli strumenti, un effetto credo voluto per avvolgerla in un'aura particolare, come di voce che proviene da una lunga distanza.
Difficile non individuare un preciso parallelo tra il nome "Avir" quell'etere celeste e spirituale che la vocalità di Fiorella Mannoia reca in se. In altre occasioni l'ho fatto e lo ripeto in questa prova d'ascolto, la riproduzione di strumenti musicali particolari come la marimba, atipici nel caso dell'armonica a bicchieri e del theremin, strumento musicale elettronico inventato nel 1919. Si basa su oscillatori che, lavorando in isofrequenza al di fuori dello spettro udibile, producono dei suoni nel campo udibile per alterazioni delle loro caratteristiche a seguito della presenza delle mani del musicista nel campo d'onda, grazie al principio fisico del battimento. Strumento eccentrico e anche complicato che le Avyra 622 riproducono molto bene, il CD "Gaudi - 100 Years of Theremin (The Dub Chapter)" ne rappresenta molto bene le caratteristiche sonore, simili a quelle di un ectoplasma celato dentro lo strumento elettronico, una sorta di "Ghost in the machine". Gli ultimi tre brani sono dedicati a generi più energetici, parlo dell'Hard Rock dei Van Halen, l'Heavy Metal degli AC-DC e il Rock progressivo del raffinato Banco del Mutuo Soccorso.
Nei primi due CD ho dismesso amplificazioni gracili e semigracili, affidandomi alla potenza dei finali EAM Lab PA2150 e Rotel RB 1070, preamplificati dall'Advance Acoustic MPP 202. Una volta assicuratomi dell'assenza dei vicini, ho girato la manetta scoprendo un diffusore che non soffre di complessi d'inferiorita in nessuna occasione. Non ho misurato la SPL ma credo che fossi in alcuni frangenti prossimo ai 100 dB, una pressione non sopportabile per molto, non per me almeno. Anche questo però fa parte di una prova d'ascolto che voglia essere esaustiva. Ma la musica non è fatta solo di pressione sonora, se così fosse potremmo dotarci di uno di quei cassoni che utilizzano i giostrai e saremmo a posto. Confesso di avere qualche difficoltà nel consigliare una giusta amplificazione per le Avyra 622, bisognerebbe entrare nelle case di ciascuno degli eventuali possessori, valutarne la catena a monte, i gusti musicali e sonori, la risposta dell'ambiente. Anche il discorso sulle Classi di lavoro mi lascia un po' perplesso: A, A/B, D, transitor o valvole, per me possono andare bene tutte. Ho sentito talvolta suonare in modo eccellente i vituperati Classe D e male i valvolari, da qualcuno ritenuti il Gotha delle amplificazioni.
Tutto dipende secondo la mia esperienza dal contesto e soprattutto dal "manico" del progettista. Troppo complicato. Posso allora parlare della mia esperienza e dire che se dovessi acquistare queste Morel sceglierei come amplificazione, pescando dalla rosa di quelle utilizzate, proprio l'integrato MicroSound Technology Ai60, per la sua estrema correttezza e assenza di caratterizzazioni, per la velocità, freschezza del suono e per la grande attitudine a ricostruire i "microsuoni", vessillo del marchio brianzolo. Si può essere sicuri che il nostro diffusore saprà andare dietro a queste desiderata, con la sua meticolosa riproposizione di ogni "nuance" sonora. La potenza dell'Ai60 è più che sufficiente per amministrare adeguatamente le Avyra 622, sistemi che abbisognano comunque di 50, 60 Watt e oltre per esprimere al meglio il loro potenziale.
CONCLUSIONI
Le Morel Avyra 622 fanno parte di quella credo ristretta schiera di diffusori che sanno essere analitici senza diventare sterilmente "chirurgici", ligi a quella filosofia esternata sin dagli esordi del marchio di Meir Mordechai, che pareggiava un trasduttore elettro-meccano-acustico a uno strumento musicale. Un diffusore intenzionato a sembrare più imponente di quanto il suo fisico lasci presagire. E ci riesce benissimo, non facendo troppo rimpiangere le prestazioni di una torre snella da pavimento, che comunque nella gamma Avyra esiste. Questi sistemi d'altoparlanti danno una sonora lezione a chi afferma che solo con grandi cifre è possibile conseguire grandi risultati. Per l'eclettismo dimostrato in ogni genere musicale, per la notevole qualità del suono, per l'ottimo rapporto qualità/prezzo e anche per l'originale estetica, credo che meritino pienamente l'appellativo di "Best Buy". Il prezzo richiesto per una coppia di Morel Avyra 622 è di 1349 euro, IVA inclusa.
Alfredo Di Pietro
Novembre 2024
SEGUE ALLE MISURE---->