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 King Sound Queen II minimieren

 

 

INTRO

 

Nei circoli Hi Fi si parla poco dei diffusori elettrostatici, forse scoraggiano i loro prezzi, la difficoltà di poterli pilotare adeguatamente e anche la non enorme disponibilità di modelli sul mercato. Di conseguenza, anche le riviste di alta fedeltà, dalle più specializzate a quelle più generaliste, non offrono un grande carnet di recensioni. I primi modelli di altoparlanti elettrostatici per alta fedeltà apparvero sul mercato negli anni '50, si trattava delle unità per medio-alti realizzate da Arthur A. Janszen.

    

                                                                                    Il tweeter di Janszen

Questi innovativi trasduttori riscossero un discreto successo sino agli anni '70, furono frutto di un lungo lavoro di ricerca accademica avviato nel 1940 e culminato nel 1954 con il perfezionamento, brevetto e avvio della produzione per Home Audio. A quel tempo Janszen era un professore associato di ricerca in fisica che lavorava su tecnologie di difesa per l'Office of Naval Research. Affacciatisi quasi in contemporanea, maggior risonanza ebbero i sistemi elettrostatici Full-Range dell'azienda inglese Quad, progettati dal grande Peter Walker (chi non ricorda ancora oggi lo straordinario suono delle ESL-57 o delle ESL-63?).

Peter Walker

Nella storia degli elettrostatici i modelli a due elementi (statore-membrana) furono presto soppiantati da quelli a tre elementi (statore-membrana-statore), molto più efficaci nell'assicurare un comportamento lineare del trasduttore. Oggi il diffusore elettrostatico viene visto dagli appassionati del bel suono come un "must" da inserire in impianti di alto e altissimo livello per esaltare al massimo l'accuratezza di riproduzione.

Le Quad ESL 57

Le Quad ESL 63

Una delle maggiori difficoltà cui va incontro un'azienda produttrice, nonostante il principio di funzionamento tutto sommato semplice, sta proprio nella realizzazione pratica di un valido pannello ESL. Il trasduttore elettrostatico differisce dal dinamico (quindi dal 99,99% degli altoparlanti in commercio) nel principio di funzionamento. Nel magnetodinamico la membrana è solidale a una bobina mobile che si muove sollecitata da un campo magnetico, nell'elettrostatico un sottile ed esteso diaframma vibra all'interno di un campo elettrico. Una differenza che porta a diversi distinguo. Schematicamente, un altoparlante ESL è formato da due griglie o statori in materiale conduttivo ai quali viene applicato il segnale audio in uscita dall'amplificatore, in controfase sulle due ed elevato in tensione da un trasformatore.

La membrana vibrante conduttiva, nella stragrande maggioranza dei casi un sottilissimo foglio di Mylar metallizzato, viene polarizzata con un'elevata tensione continua proveniente da un Power Supply. Il meccanismo di funzionamento richiama alla mente un condensatore e un pannello elettrostatico può essere visto a tutti gli effetti come tale. Il diaframma è concettualmente da considerarsi come un'armatura non fissa, perciò con la possibilità di muoversi. Quando sulle armature (membrana e statore) è presente una carica con la medesima polarità queste si respingono allontanandosi, il contrario avviene se le polarità sono opposte. La membrana elastica è quindi attratta dalla griglia che in quel momento ha un segno opposto e respinta dall'altra, che essendo in controfase, ha la sua stessa sua polarità.

Il veloce movimento alternato provoca le onde di vibrazione sonora che si propagano in ambiente. Per funzionare un elemento di questo tipo ha bisogno di alte tensioni, nell'ordine dei KVolt, si rende quindi necessario un trasformatore di Step-Up. Va da sé che gli statori, per non ostacolare il passaggio delle onde sonore verso l'ambiente esterno, devono presentare una superficie aperta, la più ampia possibile, condizione che si realizza con l'utilizzo di una lamiera forata oppure una rete conduttiva. Uno dei suoi principali vantaggi è la bassissima massa in movimento, unita a una superfice attiva di emissione molto estesa. Il risultato sarà una membrana estremamente reattiva nel rispondere ai transienti, veloce e ricchissima di dettaglio appunto perché dotata di bassissima inerzia. Altro vantaggio: la forza che muove la membrana è uniformemente ripartita su tutta la sua superficie poiché ogni zona di cui è costituita presenta la stessa densità di carica. L'energia motrice è direttamente proporzionale alle dimensioni, si crea così un rapporto massa/potenza particolarmente equilibrato.

La notevole superficie di emissione ha un duplice vantaggio (ma anche delle controindicazioni come vedremo oltre) rispetto a una puntiforme: in primis non è costretta a grandi escursioni per generare un'adeguata SPL e poi si muove a bassa velocità, contenendo la distorsione in valori molto bassi. A parità di distanza d'ascolto, il livello di pressione subisce un'attenuazione decisamente minore rispetto a una puntiforme. Va però detto che questa ha dalla sua un angolo di dispersione molto più ampio, che provoca si un'importante diminuzione di volume all'aumento della distanza ma non obbliga l'ascoltatore a uno stringente Sweet-Spot.

 

 

KING SOUND

LA CINA E' VICINA

 

Era un dato già emerso nel corso della mia visita alla Import Audio, l'audiofilo che oggi vuole accostarsi al mondo degli elettrostatici senza spendere una fortuna, troverà nella King Sound una valida alleata. Forse anche per questo, praticamente sconosciuto sino a qualche anno fa, il marchio cinese sta via via conquistando l'apprezzamento di una parte di appassionati nostrani sempre più ampia. Con lei viene quindi a cadere la prima barriera citata nell'incipit della recensione, vale a dire il prezzo particolarmente importante da sostenere per dotarsi di un siffatto sistema. La King Sound ha il suo "headquarter" nel Capital Trade Centre a Hong Kong, è stata creata da Simon Lai nel 2002 ed è oggi un produttore ben consolidato di diffusori elettrostatici che esporta con successo in paesi come Regno Unito, Italia, Canada, Stati Uniti, Cina e Australia. Da dieci anni a questa parte vanta un importante "feedback" da parte di audiofili di tutto il mondo, a quali fornisce una gamma di prodotti comprensiva anche di quattro amplificatori valvolari, tre belle cuffie con driver ESL, un terzetto di amplificatori per cuffia (tra cui menzioniamo i variopinti M-03) e un modello di lettore CD a tubi, dalla livrea piuttosto austera.

Credo sia superfluo ribadire che oggi la Cina non soffre di alcun complesso d'inferiorità e che il suo livello produttivo non ha proprio nulla da invidiare a quello di altri paesi tecnologicamente avanzati. L'immagine di una nazione dalle competenze alquanto "approssimative", per capirci sfornatrice delle classiche "cinesate", fa ormai parte di un pittoresco passato soppiantato da un'immagine all'avanguardia in qualsiasi campo. Mi rendo conto che, allo stato attuale di cose, anche sottolineare certe rivalutazioni inizia ad essere un argomento piuttosto stantio. Possiamo essere insomma sicuri, a certi livelli, della validità dei prodotti cinesi. Il catalogo King Sound di elettroacustiche comprende sette modelli, a partire dall'Hummingbird II, che non è un sistema completo ma un supertweeter elettrostatico rispondente da 5 kHz a 45 kHz.

La gamma dei sistemi inizia con il bookshelf Princess II, ibrido (ESL/Dinamico), seguito dal Guitar I, un curioso diffusore "chitarra" da me visto al Munich Hi-End 2012, dove il mid-woofer è alloggiato nella buca della cassa armonica e il pannellino ESL nel manico, nascosto dalla tastiera. Il Queen III, Prince III, King III e l'imponente KS-10 sono, in ordine crescente di dimensioni e prezzo, i sistemi a forte sviluppo verticale della King Sound. Nell'attuale catalogo non è presente il Queen II, protagonista della nostra prova, perché soppiantato dal Queen III.

Forse qualcuno si chiederà come mai mi sono impegnato nella recensione di un diffusore ormai fuori catalogo. Avrei potuto tranquillamente sorvolare sull'argomento ma tengo a precisare che Non solo audiofili non è una tipica rivista audio online che deve sottostare a logiche di novità. Non c'è nemmeno un direttore che impone i suoi diktat ritenendo magari sconveniente parlare di un modello non più prodotto. La mia creatura è nata nel 2007 su principi di massima libertà, non ospita alcun banner pubblicitario né mai lo farà, non pubblica gli aggiornamenti con regolare periodicità e non deve sottostare ad alcuna regola che non sia quella della passione, della curiosità a 360°, ornate dell'assenza delle tipiche partigianerie che infestano il mondo audio. L'intento principale è la comunicazione delle mie esperienze ad altri appassionati. Non sono depositario di alcun "verbo", rimango sempre aperto e possibilista verso ogni forma di tecnologia. Ecco perché ho chiesto io stesso a Dario Dragoni di poter recensire un prodotto che, seppur fuori catalogo, rappresenta un ottimo esempio di ESL ibrido entry level. Dalla sua analisi si evincono molte delle qualità certamente riscontrabili su altri modelli in produzione. Non voglio dilungarmi su questo argomento ma un'ultima precisazione la voglio fare: non ho nulla contro nessuno, men che meno contro chi ospita banner pubblicitari. E' una questione di scelte, l'importante è la validità del contenuto di ciò che si offre al lettore e su questo ci sono ottimi esempi in giro per la rete.

 

 

LE QUEEN II

A MISURA DI AUDIOFILO

 

SPECIFICHE TECNICHE

 

Risposta in frequenza: 40 Hz - 22 KHz

Sensibilità: 84 dB/1W/1m

Impedenza nominale: 6 Ohm

Frequenza di crossover: 600 Hz

Pannello ESL: 220x435 mm

Woofer: 135 mm

Potenza (min/max): 60/200 Watt

Alimentazione: DC 11 - 15 V - 120 mA

Dimensioni: (LxAxP) 281x1210x316 mm

Peso: 18 Kg

 

Le nostre due regine passano a pieni voti una prova non tecnica né d'ascolto, ma che sovente diventa la "condicio sine qua non" gli audiofili ammogliati possano far entrare in salotto i loro beniamini. Parlo del temuto fattore WAF, in questo caso molto elevato a causa dell'originale livrea, slanciata ed elegante, che non fa a pugni con qualsiasi arredamento. Il mobile è diviso in due parti ben distinte ed esteticamente antitetiche. L'inferiore è solidale con un bel plinto corredato di punte (svitabili), per un totale di quattro per diffusore, e ospita il mid-woofer con un radiatore passivo più o meno dello stesso diametro. Sul baffle è presente anche lo sbocco del condotto reflex, questo si aggiunge all'emissione del passivo configurando un tipo di carico decisamente inusuale che, con un pizzico di fantasia, potremmo definire misto o ibrido, giusto per rimanere in tema.

All'interno troviamo, oltre alla camera di carico, il filtro crossover e l'elettronica che fa capo al pannello ESL mentre l'AC/DC adaptor è esterno e si collega ad un power socket posto sul retro del diffusore sotto i binding post. Non banale la forma di questa sezione, rastremata e dal top obliquo a scendere in senso antero posteriore. Sul piccolo pannello posteriore sono presenti le connessioni di potenza multifunzione, appaiono di ottima fattura e accettano banane, forcelle e cavo spellato. Sotto troviamo un LED blu che segnala la messa in tensione dell'elettronica interna. Possibile il bi-wiring/bi-amping con terminazioni sdoppiate per mid-woofer e pannello elettrostatico, cosa che mi ha facilitato molto le misure. Due ponticelli dorati a semiluna vengono forniti a corredo per chi non è interessato al bi-cablaggio o alla bi-amplificazione.

La porzione superiore del mobile ospita il pannello, come l'inferiore ha una conformazione dettata dalla sua funzione, è perciò sottile e slanciata e non panciuta come la sottostante. Le due parti sono unite da una robusta grata metallica leggermente incurvata che decorre lungo tutta l'altezza del diffusore. Per la parte inferiore ha semplicemente una funzione protettivo/estetica mentre per la superiore a questa si aggiunge quella di stabilizzare strutturalmente il pannello. Non è certo un'operazione che dovrà fare l'utente, ma io ho dovuto smontarla per ragioni "tecniche", visto che diversamente non avrei potuto effettuare le misure in campo vicino di mid-woofer, radiatore passivo e porta reflex. Non sto qui a dilungarmi sulle manovre di smontaggio poiché non interessano l'utente, non si tratta insomma della solita griglia parapolvere da rimuovere e riposizionare in un batter d'occhio.

Sommariamente, occorre rimuovere i due listelli in legno laterali liberandoli dagli incastri metallici, questo si fa battendo con un mazzuolo di gomma alla loro base, dopo aver smontato il plinto. La grata può essere poi tolta svitando le numerose viti che l'assicurano alla parte inferiore e superiore. Ho eseguito tutte le misure con e senza grata, apprezzando la sua buona trasparenza acustica. Se vi capitasse di rimuoverla, ponete la massima attenzione al pannello: oscilla vistosamente ad ogni minima sollecitazione perché non ancorato alla grata. Per il mobile è stato utilizzato dell'MDF di buon spessore.

Dopo anni di ricerca e sperimentazioni la King Sound è riuscita a risolvere la critica questione dell'alimentazione di statori e membrana. Un trasformatore/alimentatore da 12 V/0,15 A come quello fornito in dotazione è stato ritenuto perfettamente adeguato al funzionamento delle Queen II. Complice la membrana ad alta efficienza, bastano meno di 2 Watt per esprimere una SPL soddisfacente in ambiente domestico. La membrana è tecnologicamente avanzata e non ha nulla a che vedere con le vecchie, sensibili all'umidità e poco efficienti. Il rivestimento conduttivo si avvantaggia delle più recenti nano-tecnologie, vanta ottime caratteristiche, a detta dell'azienda, di adesività ed elettriche. L'azienda cinese si è adoperata con la medesima cura anche sul fronte degli statori, altro punto nodale del nostro ideale condensatore. Ogni pannello ESL è sensibile alle condizioni ambientali in quanto l'aria viene utilizzata come mezzo conduttivo, la corrente cosiddetta di "drain" verrà così influenzata aumentando ad alti livelli di temperatura e umidità, per di più non solo gli statori ma anche la tensione di polarizzazione della membrana vibrante è condizionata dalle variazioni del mezzo (l'aria). Cosa fare allora? L'azienda orientale ha pensato di applicare una speciale protezione superficiale a membrana e griglie, una sorta di strato isolante contro la temperatura e l'umidità. Inoltre tale protezione si comporta da "cut-off" di corrente e tensione tra le due griglie e tra queste e la membrana.

Grazie a questo trattamento, lo spazio tra griglia e diaframma è inferiore di un terzo a quello dei tradizionali elettrostatici, migliora così l'intensità del campo elettrico, diminuiscono gli spazi fra gli elementi e si ottiene una minor escursione della membrana vibrante. Ciò significa tassi ancor più bassi di distorsione, legata come si sa all'entità dell'escursione. Facile il principio di funzionamento ma difficile la realizzazione dicevamo all'inizio, credo che ora cominci a diventare chiaro quanto sia proprio l'elemento costruttivo a determinare la validità di un trasduttore ESL. Un’altra difficoltà consiste nel rendere piatta e tesa una membrana di Mylar sottilissima ma molto estesa, ancora una volta la King Sound è riuscita a escogitare una soluzione che risolve il problema con il frazionamento della superficie nelle "unità-tipo", altrimenti dette cluster, diversificate in un elettrostatico "full range" in piccole e più grandi, le grandi adibite alla riproduzione della gamma bassa, le piccole alla medio alta. Ovviamente non è stato così semplice e anche qui sono state fatte innumerevoli simulazioni, calcoli e prove computerizzate per individuare la giusta dimensione da dare alle celle.

Nelle Queen II un unico pannello da 220x435 mm comprende due sub-unità, una dalla superficie più estesa che lavora sulle frequenze medie e una più piccola per le alte, posta dal lato esterno. Membrane e statori di ciascuna sono intervallati da una sottile striscia di plastica che decorre lungo l'intera altezza del pannello. L'unico cluster delle Queen II è montato su un telaietto in plastica che lo assicura alla struttura verticale del diffusore. Le nostre, si sarà già ampiamente capito, non sono un elettrostatico "Full range" ma un ibrido dove la porzione di frequenze al di sotto dei 600 Hz è restituita da un piccolo mid-woofer e solo dai 600 Hz in su è affidata al pannello ESL. Il componente dinamico appare di ottima qualità, pesante e robusto è dotato di un complesso magnetico in ferrite di buone dimensioni che lascia presagire un notevole fattore di forza, supposizione confermata dalla rilevazione dei parametri di Thiele & Small con il software Limp. Il cestello è in alluminio pressofuso di buon spessore, molto aerodinamico non pone ostacoli all'emissione posteriore della membrana in polpa di cellulosa. Presente al centro della piastra posteriore di campo un foro di decompressione.

Dato per un 13,5 cm, il suo diametro reale è di 10,5 cm, la sospensione esterna è in gomma butilica. Appena maggiore è il diametro del radiatore passivo: 11 cm, misurato partendo dal terzo esterno della larga sospensione in gomma. Come abbiamo detto, lo sbocco "flared" del condotto reflex è sul baffle anteriore, le sue quote sono 4,5 cm e 8 cm, rispettivamente diametro e lunghezza. Non si sono evidenziati particolari rumori dovuti alla turbolenza nel corso degli impulsi stepped-sine per la rilevazione delle distorsioni.

Nulla so dirvi sulla provenienza di mid-woofer e passivo, se prodotto dalla stessa King Sound o altra azienda. Non è stato affatto difficile liberarli dalla sede di alloggio, nessuna guarnizione o materiale adesivo è interposto tra la flangia e la fresatura sul mobile, non ho dovuto quindi sudare le classiche sette camicie come in altre occasioni. Il cablaggio appare di buon spessore, sulla guaina isolante si può leggere una chilometrica indicazione di provenienza: Gaodang Shiping Yinxiang Shusong Xiang 99.9996 Design In Xingli. La cifra penso specifichi la purezza del rame utilizzato per il conduttore. Per la connessione ai terminali della bobina mobile dell'altoparlante non sono stati adoperati i soliti fast-on differenziati, ma si è optato per la saldatura a stagno, soluzione certamente meno pratica ma che garantisce una connessione più stabile ed efficace. All'interno della camera di carico è posta una discreta quantità di assorbente acrilico. Sul mio multimetro digitale ho letto una Re del mid-woofer di 7,17 Ohm.

 

 

LE MISURE

 

 

SETUP

 

Microfono iSEMcon EMX-7150

Alimentatore Phantom Behringer Micro Power PS400

Calibratore Microfonico PCE-SC41 in classe 2

Multimetro TRMS PCE-UT 61E

PC Notebook Lenovo

Scheda audio E-Mu Creative Pre Tracker USB 2.0

Preamplificatore Rotel RC 06

Finale di potenza Rotel RB 1070

Jig per misure d'impedenza autocostruito

Voltage probe con attenuazione di 20,55 dB per la rilevazione in Dual Channel

Cavo di potenza Supra Ply 3.4 S

Software di misura: Arta - Limp - Steps

 

Il dato dichiarato di sensibilità media (84 dB/1W/1m) corrisponde sostanzialmente a quanto da me riscontrato. Alle misure effettuate somministrando 2,83 Volt ai morsetti d'ingresso, ho riscontrato una sensibilità leggermente superiore alla dichiarata e pari a 84,875 dB/w/m. Il valore è stato computato su una media di 283 punti di rilevazione da 100 a 10.000 Hz.

L'utilizzo di un piccolo mid-woofer nel progetto è sicuramente mirato a ottenere un basso veloce e reattivo, tanto da non risultare troppo in affanno rispetto alla fulminea risposta della membrana. Il particolare tipo di carico, radiatore passivo abbinato a un condotto reflex, dal canto suo ha come scopo il raggiungimento di una buona estensione in basso. L'obiettivo mi sembra centrato ma con un andamento complessivo un po' tormentato. Un picco poco pronunciato si evidenzia in zona d'accordo (Fb), posta intorno ai 55 Hz, segue un declino giustificato dal fatto che il piccolo driver non è in grado di sostenere la pressione in quella zona di frequenze. In seguito si verifica una risalita che porta il livello di pressione a superare gli 84 dB tra circa 125 Hz e 190 Hz. Una seconda discesa si apprezza in zona d'incrocio (600 Hz), la quale porta a raggiungere un minimo di poco superiore agli 80 dB tra 300 Hz e 400 Hz. Il livello risale in zona pannello per raggiungere e mantenere gli 85 dB intorno ai 1000 Hz. La zona compresa tra 1 e 4 kHz è molto lineare, un andamento a campana sussiste tra circa 4 kHz e 10 kHz, con un massimo di 88,5 dB centrato a 6000 Hz. Il tweeter sostiene la risposta sino a 13.500 Hz, oltre si verifica un progressivo roll-off.

Il massimo emissivo della porta reflex si raggiunge a 56,5 Hz, in zona di accordo, preceduto da un picco di livello più basso a 28 Hz. Quest'ultimo è probabilmente da imputare alla risonanza del radiatore passivo. Da rimarcare l'assenza di spurie di livello significativo in zona media.

E' interessante notare come nella risposta del mid-woofer in campo vicino il notch alla Fb sia appena accennato, come anche quello relativo alla risonanza del passivo.

Il trasduttore dinamico è filtrato con un secondo ordine elettrico: induttore serie e condensatore parallelo seguito da un resistore da 4 Ohm, quest'ultimo ha l'effetto di mitigare la pendenza del passa basso nel tratto finale. Ci troviamo di fronte a una pendenza complessiva (elettrica e acustica) di circa 12 dB/ottava. E' una scelta che confina l'intervento del mid-woofer alla porzione bassa dello spettro audio. Il taglio piuttosto precoce lascia un po' scoperta la zona di transizione con il medio ESL. La frequenza d'incrocio tra mid-woofer e pannello è individuabile a circa 500 Hz (523 Hz). Come già apprezzato nella Free Field Response, il risultato è un avvallamento piuttosto esteso tra 200 e 600 Hz. La funzione di trasferimento del pannello è presa in considerazione nel suo complesso. Il medio è filtrato da una cella passabanda del primo ordine elettrico, con il passa alto costituito dal parallelo di due condensatori, per una capacità totale di 49,2 µF, mentre il passa basso è formato da un induttore da 0,12 mH. Interposto tra i due elementi troviamo un L-Pad di due resistori da 8 e 2,33 Ohm. Una simulazione con LSPCad ci dice che questo ha l'effetto di attenuare e spianare, rendendola meno appuntita, la risposta nella zona centrale. Il tweeter infine è tagliato con una cella passa alto del secondo ordine elettrico, condensatore serie e un induttore parallelo serializzato a un resistore verso massa, resistore che esprime il suo intervento nel rendere decisamente più blanda la pendenza del passa alto.

Il decadimento spettrale del pannello ESL, com'era lecito aspettarsi, è veloce e uniforme sulle frequenze di pertinenza: in meno di 3 millisecondi il livello di pressione decade di 40 dB non mostrando incertezze di sorta.

Al Burst Decay, cioè il decadimento analizzato per cicli e non in millisecondi come nel CSD, si nota soltanto un prolungamento sino a 32 cicli dei 10 kHz.

Il taglio esercitato sul mid-woofer ne confina l'utilizzo a una piccola parte della sua banda passante, tenendolo ben distante dall'insorgenza di fenomeni di break-up di membrana. Lo vediamo al decadimento spettrale, senza esitazioni e sostanzialmente pulito.

Ho voluto riportare anche la risposta del radiatore passivo in campo vicino. L'aguzza guglia che si manifesta a 55 Hz coincide con la frequenza d'accordo del reflex. Intorno ai 30 Hz si nota una gobba secondaria di livello molto inferiore, -13,48 dB rispetto ai 55 Hz, dovuta probabilmente alla risonanza propria del passivo.

E' risaputo che la risposta dei trasduttori elettrostatici è fortemente direzionale e soffre di irregolarità nel fuori asse. Il grafico mostra la risposta perfettamente frontale e quattro overlay riferiti alle differenti angolazioni di 15°, 30°, 45° e 60°. A 15° l'enfasi tra 4000 e 10.000 riscontrata in asse scompare, ma appare una notevole depressione tra 3 e 6 kHz, con ancora una discreta regolarità complessiva. A 30°, 45° e 60° compaiono dei profondi buchi a 4 kHz (30°) e intorno ai 2500 - 4000 Hz. La risposta sulla alte frequenze accusa un sensibile calo oltre i 10.000 Hz a 45° e 60°. La conclusione è semplice: le Queen II, come tutti i sistemi elettrostatici, danno il meglio di se nell'ascolto in asse.

Un quadro più esaustivo della distribuzione energetica sonora alle varie frequenze e angolazioni viene fornito dai diagrammi polari, dalle due suggestive Waterfall (1 e 2) e dalla variopinta polare Filled Contour. Si evidenzia con grande chiarezza il comportamento dipolare del pannello, la riduzione ai minimi termini dell'emissione ortogonale e le irregolarità dei lobi tra i 2500 e 3500 Hz.

La risposta al gradino di tensione evidenzia il diverso comportamento di pannello ESL e mid-woofer. L'impulso del primo è stretto e aguzzo, molto veloce nel salire quanto nel decadere, indice di un'estrema reattività dovuta alla sua bassissima inerzia. L'impulso molto più largo, arrotondato ed esteso nel tempo è quello relativo al mid-woofer caricato, dotato di maggiore inerzia e quindi più lento nel partire come nel fermarsi. La distanza tra i due è comunque contenuta in 0,771 millisecondi, segno di una discreta coerenza temporale.

Nell'ETC si fa ancora notare la velocità del pannello, il quale impiega soltanto 0,146 millisecondi per decadere di -22,6 dB dall'impulso iniziale. Segue la discesa energetica del mid-woofer e l'intera emissione del diffusore cala di 44 dB in circa un millisecondo.

Nelle misure di distorsione armonica "stepped sine" sono state splittate l'emissione di mid-woofer e pannello ESL, la ripresa effettuata con la capsula microfonica a 25 cm di distanza dai driver. La graficazione è duplice: in dB e in percentuale. Non si può pretendere la luna da un piccolo mid-woofer del diametro reale di 10,5 cm, ma la sua ottima qualità lo porta a comportarsi comunque bene nel suo ambito. L'impennata iniziale termina già a 52 Hz, dove i tassi distorsivi non sono niente male: 1,63% di THD, 1,125 % di seconda armonica e 1,07% di terza. In zona di accordo si manifesta una certa risalita con la terza armonica particolarmente contenuta e sempre sotto l'1%. Dopo i 100-150 Hz assistiamo all'assestamento su valori davvero interessanti, parecchio inferiori all'1%, mediamente dello 0,3-0,4%. Oltre gli 800 Hz si riducono ulteriormente (e con questi la magnitudo della fondamentale) stabilizzandosi intorno allo 0,1% tra 1000 e 3000 Hz. In quest'ultima frazione la seconda armonica, addebitabile ad asimmetrie del complesso elettro-meccanico, è davvero contenuta: abbondantemente inferiore allo 0,1%.

Sul pannello ESL troviamo valori molto contenuti, non è una sorpresa essendo questo uno dei maggiori vantaggi di questa tecnologia. Una vasta membrana che si muove con escursioni molto ridotte e a bassa velocità, distorce molto poco. Il blando passa alto porta il trasduttore a emettere livelli piuttosto importanti di pressione anche al di sotto della frequenza d'incrocio. Nonostante ciò tra 200 e 500 Hz siamo vicini allo 0,1-0,2%, oltre la zona di taglio si scende sotto lo 0,1% su tutta l'emissione con un lieve rialzo oltre i 6 kHz della terza armonica, dovuta al clipping di membrana, mentre la seconda armonica sprofonda sotto lo 0,01%. L'andamento potrebbe essere ancora più regolare se non fosse turbato da cinque fenomeni di risonanza che fanno capolino a 150, 360, 450, 1600 e 2100 Hz, con quello a 450 più evidente degli altri. Responsabile è il telaietto di plastica esterno al trasduttore. Tenendolo pressato con le dita nel corso della misura, le risonanze si riducevano sin quasi ad annullarsi. C'è da dire però che nella coppia concessami per la recensione il fenomeno era sensibile con le sinusoidi test, molto meno con il segnale musicale, dove solo in certi casi si poteva avvertire.

Il modulo e argomento d'impedenza rivela appieno la natura elettrostatica delle nostre Queen II: il modulo crolla in zona pannello raggiungendo un minimo di 1,24 Ohm a 7000 Hz, da 1000 Hz sino all'estremo dei 20 kHz non si va mai al disopra dei 3,5 Ohm Situazione ben diversa si prospetta nella zona inferiore, dalla quale possiamo desumere dei dati interessanti. Confermata la frequenza d'accordo (Fb) di 55 Hz con il primo dei due picchi reflex più alto del secondo: 27,23 Ohm contro 19,87 Ohm. Intorno ai 28 Hz notiamo una perturbazione, visibile anche nelle misure precedenti, da imputare presumibilmente alla risonanza del radiatore passivo. Il minimo d'impedenza tra i due picchi rimane elevato (14,63 Ohm) e in tutta la zona bassa non si scende mai su valori preoccupanti. Nel range 150-180 Hz, dove solitamente risiede la massima richiesta energetica all'amplificatore, si rimane sempre sopra i 4 Ohm, con una fase compresa tra -38,1° e - 24,7°. La massima rotazione (capacitiva) si raggiunge a 90 Hz con -67,4°. Brillano per la loro assenza quelle perturbazioni del modulo riconducibili a fenomeni di onde stazionarie interne. Evidentemente la forma del cabinet, lontana da quella del classico parallelepipedo, ne allontana l'insorgenza.

 

Nel mio ambiente ho posizionato le Queen II a una distanza reciproca di 200 cm, 70 cm dalle pareti laterali e 90 cm da quella di fondo. Il segnale test è il solito rumore rosa a canali indipendenti, microfono posizionato a una distanza di 3,5 m dalla mediana congiungente i due diffusori, angolati a convergere verso il punto di ripresa. Il bilanciamento timbrico rilevato è confortante, le escursioni tra 70 Hz e 20.000 Hz sono contenute in +/- 5-6 dB. Ovviamente ho voluto privilegiare un "Toe-in" al quale si ottiene una perfetta focalizzazione dell'immagine sonora: quella in asse. Non è escluso (anzi è molto probabile) che con un diverso angolo si ottenga un equilibrio diverso della zona medio-alta. La risposta nel mio ambiente è energica a partire da una settantina di Hz. Ritroviamo quelle particolarità emerse nell'@anecoica, vale a dire la discreta gobba sui 100 Hz, la depressione in prossimità della zona d'incrocio e l'enfasi (in asse) delle alte frequenze intorno ai 10 kHz.

Ho voluto mostrare la risposta in frequenza tra 500 e 20.000 Hz con e senza grata, non perché questa operazione possa essere normalmente effettuata dall'utente in corso d'ascolto, ma per evidenziare come questa compia opera di regolarizzazione sulla gamma alta, intorno ai 6-10 kHz, rispetto al pannello nudo. 

 

 

L'ASCOLTO

IL PIACERE DELL'ACCURATEZZA

 

L'IMPIANTO

 

Finale di potenza EAM Lab PA2150

Finale di potenza Rotel RB 1070

Amplificatore integrato Yarland FV-34C-V

Amplificatore integrato Sure Electronics AA-AB32159

Amplificatore integrato Sure Electronics 1AA925

Personal Computer Lenovo con player Foobar2000 e JRiver Media Center

Scheda Audio E-MU Creative Pre Tracker USB 2.0 (collegata direttamente ai finali)

M2Tech hiFace DAC 384/32 (collegata direttamente ai finali)

Giradischi Pro-Ject Debut II SE con testina Denon DL 160

Preamplificatore Phono Grandinote Celio

Cavi di segnale Supra Dual RCA e Kimber Hero

Cavi di potenza Fluxus Alimentami

 

BRANI ASCOLTATI

 

Complete Works For Piano Four Hands And For Two Pianos - Duo pianistico Roberto Prosseda e Alessandra Ammara:

Felix Mendelssohn Bartholdy - Sonata in D Major MWV S 1 (1820) for 2 Pianos

Mussorsgky: Pictures At An Exhibition And All Other Piano Works - Pianoforte Maurizio Baglini:

Pictures At An Exhibition: Cum Mortuis In Lingua Morta - The Hut On Fowl's Leg Baba-Yaga - The Great Gate Of Kiev - Intermezzo in modo classico - Porte-enseigne Polka

Stephane Grappelli - Michel Petrucciani - Flamingo:

Little Peace In C for U

Gustav Mahler - Des Knaben Wunderhorn - Anne Sofie Von Otter - Thomas Quasthoff - Berliner Philharmoniker - Claudio Abbado:

Revelge - Der Schildwache Nachtlied - Lob Des Hoen Verstandes

Ludwig Van Beethoven - Wellington's Victory - Academy Of St. Martin In The Fields - Sir Neville Marriner

Johannes Brahms - Symphony N° 3 - Wiener Philharmoniker - Carlo Maria Giulini

Weather Report - Night Passage

Weather Report - Tale Spinnin': Man In The Green Shirt - Lusitanos - Badia

Van Halen - The Very Best Of: Eruption (2015 Remastered Version) - Ain't Talkin' 'Bout Love (2015 Remastered Version) - Jump (Remastered Live Version)

Van Halen - The Collection: Spanish Fly

Somewhere Before: The Keith Jarrett Anthology The Atlantic Years 1968-1975: Life Between The Exit Signs - Everything I Love - Standing Outside

Keith Jarrett Trio - Standards In Norway

Stefano Bollani - The Platinum Collection: Ao Romper Da Aurora - Choro Sim - A Voz No Morro - Caprichos Do Destino

Treasure Of Joni Mitchell: Hunter - Dr. Junk The Dentist Man

Joni Mitchell - Big Yellow Taxi: Big Yellow Taxi - Both Sides Now - Get Back

Joni Mitchell - Travelogue: Amelia - Woodstock - Slouching Towards Bethlehem - Judgement Of The Moon And Stars - Hejira - Cherokee Louise - The Circle Game

Fabrizio De André - In Direzione Ostinata e Contraria Vol 1: Amore Che Vieni Amore Che Vai - Via Del Campo - Bocca Di Rosa - Carlo Martello Ritorna Dalla Battaglia di Poitiers - Il Pescatore - Creuza De Ma - A Dumenega - Don Raffaè - Anime Salve

 

 

Uno dei vantaggi di chi si diletta in recensioni è avere a disposizione vari ed eventuali oggetti da far girare sull'impianto. Ogni buon audiofilo lo sa, gli interfacciamenti, come l'ambiente d'ascolto, sono importanti e talvolta modificano sensibilmente la resa di un impianto. Periodo fortunato questo... sui miei scaffali sono arringati amplificatori in classe A/B, D e, recentemente, se n'è aggiunto un altro, un valvolare push-pull di bassa potenza ma dalle squisite doti timbriche: lo Yarland FV-34C-V. Perché non approfittarne, non fosse altro che per realizzare che queste Queen II, a dispetto della tecnologia implementata, non sono particolarmente difficili da pilotare? Se un eventuale utilizzatore avesse delle remore circa l'amplificazione da abbinargli, potrà stare abbastanza tranquillo, quello che serve è una potenza adeguata e la stabilità di funzionamento su carichi bassi.

L'impedenza in basso non è impegnativa, ma quella in alto? Posso dire che finali come l'EAM Lab PA 2150 o il Rotel RB 1070 non sono andati mai in crisi, con gli altri qualche problemuccio c'è stato, ma più per la bassa sensibilità delle Queen che per altro. Troppo pochi per un ascolto coinvolgente i Watt dello Sure con il TA2024, lo stesso dicasi con lo Yarland. Il più potente 1AA925 si è comportato meglio ma salendo con il volume ha manifestato la tendenza ad andare in protezione, molto probabilmente mal digeriva i carichi estremamente bassi visti in zona pannello. Si può affermare che in ambiente domestico una cinquantina di Watt sono sufficienti per far esprimere le regine, a patto che siano di buona qualità. Molta attenzione invece ci vorrà sul versante della raffinatezza timbrica, che dovrà essere elevata per non mortificare le loro potenzialità. Gli elettrostatici sono spietati, analitici e fortemente rivelatori. Non perdonano alcuna carenza, non nascondono nessuna pecca sonica a monte, anzi si rivelano un autentico banco di prova in questo senso. Potremmo vedere la gamma medio-alta delle King Sound come uno strumento di analisi della qualità di elettroniche e registrazioni. Facilissimo è stato così riconoscere un Mp3, sia pur di alto bitrate, da un file audio non compresso, più che negli altri sistemi che ho in casa, lo stesso dicasi per le elettroniche, cui le Queen II ha fatto letteralmente le pulci.

Il pianoforte di Roberto Prosseda e Alessandra Ammara nella loro ultima release discografica è trasparente nei registri alti, corposo quando le dita si avvicinano alla parte sinistra della tastiera. Tutto appare estremamente naturale, in una percezione del suono che è diversa da quella di un altoparlante dinamico. Ho sempre trovato nelle membrane ESL (come nelle isodinamiche planari) un'estrema facilità, "placidità" di emissione, intendendo con questa la totale assenza di forzature e nervosità di sorta, non delle onde sonore che fossero spinte con veemenza verso l'ascoltatore ma piuttosto qualcosa di simile a un'energia tranquilla. Grazie all'ampia superficie emissiva e la bassissima distorsione, queste membrane accompagnano la musica, la assecondano piuttosto che spingerla d'imperio verso le orecchie.

Maurizio Baglini è uno dei maggiori pianisti italiani, nel recente doppio album Decca "Mussorsgky: Pictures At An Exhibition And All Other Piano Works" offre l'integrale della musica per pianoforte del grande autore russo. A parte il grande valore artistico, l'ottima registrazione privilegia la dinamica, sottolinea la brillantezza del Fazioli gran coda del maestro pisano. Le sonorità sono cristalline nel registro medio-alto, nei pezzi più virtuosistici in particolar modo dove le note scorrono argentine. Con le Queen II Sono di fronte a uno strumento verosimile, mai in affanno sui transienti, che sono immediati, né approssimativo nel timbro. Le King Sound dichiarano una lotta serrata a quella lentezza che toglie tempestività alla musica.

Ancora il pianoforte è protagonista, questa volta in chiave jazz con l'indimenticabile Michel Petrucciani insieme al violinista Stephane Grappelli, nell'ammiccante "Little Peace In C for U". Brano godibilissimo tratto dall'album "Flamingo" in cui emerge tutta l'immensa classe dei due musicisti. La registrazione è molto buona, pulita e dotata di un gran effetto "Live", con i piatti della batteria di Roy Haynes in leggera evidenza che si fanno apprezzare per lo scintillio compatto, per il consistente corredo armonico. Si manifesta un buon effetto presenza ma privo di quella sensazione che potremmo rudemente definire come di "sparato in faccia". La prospettiva e l'ambienza trasportano direttamente sul palco di un fumoso locale jazz. L'accompagnamento del contrabbasso è sostanzioso, di quelli che riempiono non lasciando mai a bocca asciutta e con l'acquolina di un qualcosa di più materico. Si delinea già da questi primi ascolti un basso frutto di un buon compromesso tra precisione e prodigalità, diverso certo da quello di un ESL Full-Range, meno teso e rigoroso ma con più punch.

E' venuta l'ora d'immergersi nelle finezze orchestrali e vocali di Gustav Mahler nel ciclo liederistico "Des Knaben Wunderhorn", ventiquattro poesie in musica che fanno viaggiare la mente verso ineffabili scenari fiabeschi. Le Queen II rivelano in casi come questo, dove non è richiesta una pressione sonora da Disco Music ma piuttosto la cura del cesello, una livello riproduttivo davvero ragguardevole. Chi avesse bisogno di un approccio dalla diversa visuale, troverà in queste due finestre aperte verso ampi scenari le compagne ideali. E' proprio con lo Yarland FV-34C-V, pur limitato dalla bassa potenza, che troviamo un vertice di bel suono. Timbrica veritiera, immacolata, del tutto priva di sapore metallico e una prospettiva realistica è quanto possiamo reperire in queste incantevoli pagine. Una registrazione dall'ampia dinamica come la Wellington's Victory di L.V. Beethoven si avvantaggia di sicuro della maggior corrente fornita dall'EAM Lab PA2150. La registrazione della Philips Digital Classics è davvero eccellente e anche il direttore Sir Neville Marriner con la Academy Of St. Martin In The Fields offre una splendida interpretazione. Si tratta di un brano spettacolare, magniloquente come pochi e bisognoso di un adeguato supporto elettrico. I colpi di cannone ci sono, il reattivo mid-woofer si comporta bene per quella che è la sua stazza fisica, tiene senza problemi una discreta dose di potenza e non si lascia impressionare troppo dall'artiglieria pesante.

Night Passage è un album che i Weather Report incisero dal vivo nel 1980. Veri maestri del Fusion Jazz, sono entrati nel mito grazie a grandi personalità artistiche come Josef Zawinul, Jaco Pastorius, Wayne Shorter, senza dimenticare il raffinato Peter Erskine. Veri geni che ammantarono di leggenda il genere Fusion con intrecci armonici geniali, sempre di grande suggestione. Night Passage è un lavoro che ascolto regolarmente sin da quando ho deciso di cimentarmi con le recensioni, lo posseggo in vinile, CD e formato liquido, giusto per non farmi mancare niente. Le King Sound ci regalano una riproduzione rigorosa, molto lineare del registro medio-alto, che fa da contraltare a un basso sempre ben presente e discretamente articolato, a tratti un po' ruffianello ma sempre di qualità.

Le Queen mi hanno dato l'occasione di riscoprire quei dettagli fini che mai avevo ascoltavo con questa evidenza di particolari, forse annegati nell'inerzia di qualche cono dinamico. Si staccano, volano alte proprio in parametri come la restituzione delle nuance più sottili. L'estrema velocità, trasparenza e bassa distorsione rendono l'ascolto praticamente a "presa diretta" con la registrazione. Difficile, veramente difficile fare di meglio, considerato il loro prezzo. Badia, dall'album del 1975 "Tale Spinnin'", unisce in un incredibile mix la musica jazz e le suggestioni di un monastero tibetano. Brano puntillistico, prevede nella strumentazione la melodica, mzuthra, vocal, xylofono, piano acustico, tutti suonati da Zawinul. Assistiamo a uno straordinario lavoro di bulino dove le King Sound si sopraelevano su altri sistemi entry level come un animale solitario di razza.

Ho voglia di staccarmi dalle atmosfere eteree per veder come le nostre se la cavano con i generi cosiddetti pesanti. Fa al caso nostro la collezione The Very Best Of Van Halen, una serie di brani bomba ma dai buoni contenuti musicali, non solo forza bruta ma anche una buon grado di virtuosità strumentale. Non ho di fronte certo sistemi creati per i giostrai, per coloro che prediligono su tutto le alte SPL e le sonorità tuonanti (abbiamo una discreta fauna in rappresentazione del genere sui forum nostrani). Le Queen II sono dei diffusori da Home Hi Fi e come tali si comportano benissimo, sprigionando delle pressioni sicuramente valide tra le pareti domestiche, quanto basta per sentire bussare alla porta un vicino poco tollerante. Complice un comparto basso "ciccioso", l'effetto rock è assicurato. Non solo quindi le atmosfere diafane ma anche quelle più corporali hanno buon gioco, questi eleganti floorstanding assicurano il divertimento oltre che una finezza acustica da triodo single-ended. Il mid-woofer, aiutato dal particolare sistema di carico scelto, riesce ad esprimersi con efficacia generando un suono presente ma non invadente, condito con un pizzico di rotonda morbidezza che rende il basso molto gradevole. Emerge ancora una volta la grande velocità del pannello in Spanish Fly, brano breve ma funambolico uscito dalla mente e le mani di Eddie van Halen. I transienti sono fulminei, di una limpidità esemplare il timbro caratteristico delle corde in nylon della chitarra acustica. Poco più di un minuto di goduria, si è accorto di questo brano anche un virtuoso assoluto come Steve Vai...

Si ritorna al jazz con due fuoriclasse: Keith Jarrett e l'estroso Stefano Bollani, protagonista ancora quel pianoforte che le King Sound riconsegnano con ammirevole naturalezza. Le note scorrono fluide, senza intoppi, condizionate soltanto da ciò che esiste a monte e che, torno a ripetere, dev'essere di preclara qualità se vogliamo ottenere il meglio dalle Queen II. I brani ascoltati sono un omaggio al jazz più intrigante e charmant in circolazione, le incisioni sono buone ed è quello che in questa sede più ci interessa. Si è detto che i pannelli ESL sono fortemente direzionali, è un dato di fatto di cui non possiamo non tenere conto negli ascolti quotidiani. Il massimo della focalizzazione si ottiene ponendosi in asse ai diffusori, questo significa che dobbiamo angolarli a convergere verso il punto d'ascolto, e anche con una notevole precisione se non vogliamo perdere la loro magia. Purtroppo, se sul divano c'è qualcuno seduto accanto a noi, questo sentirà meno bene. Negli ascolti fuori asse l'equilibrio tonale è fondamentalmente conservato, ma va in gran parte persa quella meravigliosa accuratezza che contraddistingue gli elettrostatici. Il suono diventa un penetrante laser che va puntato con precisione in direzione delle nostre orecchie.

Gli ascolti si concludono con le voci, maschile e femminile, di Fabrizio De André e Joni Mitchell. In campo vocale si apprezzano quelle stesse qualità descritte sinora. In particolare, grazie alla grande rapidità nei transitori, la femminile risulta particolarmente viva, mai appiattita nella micro e macro-dinamica. Ho scelto questi due grandi artisti perché, a mio parere, presentano delle specificità di timbro forse maggiori che in altri. Parlo della carnosa profondità in De André e la lieve nasalità in Joni Mitchell, la prima può essere rivelatrice di eventuali scompensi nel passaggio tra frequenze medie e mediobasse, la seconda porta in evidenza cenni di enfasi in gamma media. Le nostre King Sound si comportano discretamente nel primo caso e molto bene nel secondo, a conferma del rigore riscontrato nella gamme di pertinenza dei pannelli e la generosità di un basso impegnato nel difficile compito di scendere in frequenza e contemporaneamente star dietro all'estrema prontezza delle membrane in Mylar.

 

Ringrazio Dario Dragoni della Import Audio per avermi concesso in prova una coppia di Queen II.

 

Alfredo Di Pietro

 

Novembre 2015


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