INTRO
Se qualcosa in tanti anni di frequentazione le mostre audio mi hanno insegnato è di saper ben bilanciare elementi positivi e negativi. Dato per scontato il piacere, forse un po' feticistico, che traggo dalla sola vista delle tante apparecchiature in esposizione e dimostrazione, ci sono degli aspetti che con il tempo ho imparato ad apprezzare. Sono cose già dette in altre occasioni ma che desidero ribadire. Parlo della conoscenza di un mercato in continuo aggiornamento, la presa di contatto con gli operatori, in qualche rarissimo caso trasformatasi in amicizia, o la pura soddisfazione di scattare tante fotografie (stando sempre attento alla loro qualità) e dello scrivere, questi ultimi due fattori per me non trascurabili. Se poi c'è qualcuno che vuol fare il furbo sui prezzi, prendendo gli eventuali clienti per dei polli da spennare, annoto che è un fenomeno esistente in ogni settore del mercato, non solo nell'alta fedeltà, e che oggi disponiamo di validi mezzi con cui difenderci. C'è tuttavia un'altra cosa che ritengo molto importante per me: la ricerca di un oggetto che stimoli la mia curiosità, poi da recensire. È forse questa l'attività che mi dà più piacere. Negli ultimi anni non di rado ho portato a casa degli oggetti da ascoltare, esaminare, fotografare e misurare, cosa avvenuta anche all'ultimo Milano Hi-Fidelity, al quale purtroppo non ho potuto presenziare per dei problemi personali.
Nonostante mi sia perso la mostra, un oggetto da recensire è lo stesso saltato fuori: l'ottimo preamplificatore Phono Quality Audio Supermotor (uscirà presto l'articolo su queste pagine). Sono quindi pervenuto a una fase del mio percorso audiofilo in cui non devo necessariamente chiedere qualcosa, ma qualche volta le apparecchiature mi vengono proposte. Bene così. Oggi parliamo di una conoscenza non recentissima, quella di Oscar Donzelli, che in alcune precedenti edizioni aveva avuto uno spazio espositivo, mentre nel Milano Hi-Fidelity Primavera 2023 era alloggiato nella Suite 456, dove esponeva una coppia di diffusori largabanda Lyric Audio Riverside 8 pilotati dall'amplificatore integrato stereo valvolare Line Magnetic LM-216IA, mentre la sorgente digitale era il Nano Network Player Signature V5. Davvero un bel sentire, tanto che sono stato indotto a chiedere a Oscar questa coppia di diffusori per una recensione.
UN PO' DI STORIA
L'avventura della Donzelli HiFi, azienda specializzata nella progettazione di sistemi audio classici e multimediali, comincia nel lontano 1965 su iniziativa del papà di Oscar, Mario Donzelli. Tre furono i negozi che all'epoca mise in piedi: uno di piccole dimensioni in Liguria, uno a Legnano, dove una volta c'era Non solo musica, e un altro a Milano in Via Pietro Filargo, nelle vicinanze di Viale Liguria, una mansarda che ospitava il laboratorio e una grande sala d'ascolto. Scomparso Mario, questo è diventato Bang & Olufsen, così trasformandosi tutto il suo storico. Nell'ampio negozio di Legnano erano presenti cinque locali con cinque impianti diversi, Oscar ricorda che in uno c'era un sistema Quad, in un altro le Magneplanar e ancora Meridian. La sede milanese non era da meno, era dotata di un laboratorio e poteva disporre di cinque tecnici, i quali facevano riparazioni anche per altri negozi. A quei tempi era forse la prima o la seconda realtà ad avere una sala d'ascolto importante, vantando i monumentali sistemi IRS della Infinity, insieme con gli Audionics, Cizek, i primi sistemi della Meridian. In questa sala ricca di storia venivano organizzate delle memorabili serate d'ascolto, con la presenza di giornalisti audio. Nel 1992 l'azienda è stata rilevata da Oscar Donzelli, determinato a proseguire la tradizione di famiglia e chiamato a gestire da una parte il negozio ligure, rimasto Bang & Olufsen, e dall'altra quello sito in Via Filargo.
Oscar, che è un sincero appassionato oltre che commerciante, ricorda con nostalgia l'amplificatore della Michaelson e Austin lì presente, la sua gioia nel conoscerlo e il fascino che emanava. Sfogliando poi l'Annuario Audio era rimasto impressionato da un amplificatore valvolare Verdier, che volle ascoltare. In compagnia di suo fratello si recò allora da Eugenio Lazzari, importatore del marchio, per sentirlo. In quell'occasione rammenta che acquistò del marchio francese i valvolari 220 e 220 Control, li portò a casa e, molto soddisfatto della compera, cominciò a lavorarci su. Utilizzava ai tempi il famoso lettore digitale Marantz CD 63. Lui e Lazzari diventarono amici, iniziarono a organizzare delle interessanti manifestazioni dove Oscar conobbe fior di personaggi: Susumu Sakuma, Uchida della Sun Audio e Ken Shindo della Shindo Laboratory. Conobbe personalmente anche Jean Verdier nel corso di una di queste manifestazioni (chi non ricorda il sontuoso giradischi La Platine?) e pure Be Yamamura. Da tali esperienze è derivata la sua passione per questo genere d'impianti, ha battuto anche in seguito questa strada, trattando sistemi ad alta efficienza, come quelli a tromba proposti da Eugenio Lazzari. In quel periodo fu scritto un articolo giornalistico, realizzata un'esibizione di Sakuma nel suo negozio. Sin da allora le valvole e i diffusori ad alta efficienza sono stati la sua vita, i primi furono i sistemi Area di Lazzari, poi altri a tromba.
Nell'ambito commerciale si è dedicato anche a sistemi attivi. Tra i marchi attualmente trattati c'è il Line Magnetic, di cui Donzelli HiFi è importatore, Lyric Audio, Supravox, Skyanalog e diversi altri. Oscar opera secondo una precisa filosofia, quella di rapportarsi con i distributori esteri praticando dei prezzi reali, non gonfiati, in impianti che lui stesso definisce "socialisti", termine che indica la volontà di trarre il massimo dalla cifra di cui dispone il cliente. Oggi come ieri l'obiettivo di questa realtà è offrire ai propri clienti la miglior esperienza d'ascolto possibile, sia sul versante della qualità del suono che su quello del design. Per cogliere questo risultato si avvale di tecnologie all'avanguardia e di materiali di alta qualità. Inoltre, l'azienda offre un servizio di consulenza qualificata a domicilio per aiutare gli appassionati a scegliere il sistema audio più adatto alle loro esigenze. Donzelli Hi Fi è attualmente composta da due divisioni ben definite: la Retro, specializzata nella progettazione di sistemi ad alta fedeltà classici, realizzati con materiali di alta qualità e con una particolare attenzione alla cura dei dettagli. La divisione Futuro è invece specializzata nell'allestimento di sistemi multimediali, che vengono realizzati con tecnologie all'avanguardia e con un aspetto estetico moderno e accattivante.
VOUS AIMEZ LE HAUT-PARLEUR LARGE BANDE?
Nelle mie peregrinazioni in lungo e in largo nell'alta fedeltà per la prima volta m'imbatto nel marchio spagnolo Lyric Audio, azienda con sede ad Aguilar de Campoo, un piccolo comune spagnolo distante un centinaio di chilometri da Palencia. Non vorrei risultare troppo ripetitivo ma il merito di questa nuova conoscenza è, manco a dirlo, ancora una volta la mostra audio Milano Hi-Fidelity. Scorro curioso le pagine Web dell'azienda scoprendo che, oltre alla progettazione e produzione di diffusori, la Lyric (Lyritech) realizza anche cavi, accessori (bellissime le punte LA 4 Tri!) e pannelli acustici assorbenti, di foggia rettangolare e circolare, molto utili per l'ottimizzazione acustica dei locali d'ascolto. Riguardo le casse acustiche, il marchio ha le idee ben chiare sul risultato che vuole raggiungere, che è quello di un timbro perfetto, di un colore musicale corretto, armonico e convincente. Anche un suono realistico, che sia vivace e veritiero, massimamente fedele, dotato di notevole nobiltà delle "texture", d'incontaminato e clamoroso realismo dinamico, rientra nelle sue desiderata. Sono tutte dichiarazioni espresse con la prosa di richiamo tipica degli uffici di marketing, magari un po' enfatiche ma di sicuro non illusorie. È nota a tutti gli audiofili, pur con i limiti e il particolare comportamento alle misure che è peculiare dei largabanda, l'indubbia bellezza di suono che questi esprimono.
La sua attuale produzione è basata su altoparlanti largabanda Lii Song Audio e prevede la gamma Riverside, di cui il nostro diffusore fa parte, con i modelli 6 e 8, la Moon River, da pavimento, con il 6 e 8 pollici montato anche sulla Riverside (esiste pure una versione 8 XL), e la più importante Magic, con altoparlanti da 6, 8 e 10 pollici. Con la Magic 10, design by Gaelano, si raggiungono i risultati più alti dell'intera produzione. I modelli da pavimento possono essere posti, volendo, sulle basi in polimero Silestone sospese su piedini. Con tutti i modelli è raccomandato l'uso di amplificatori a tubi.
IL LYRIC AUDIO RIVERSIDE 8
Dotato di un mobile dalla classica concezione a parallelepipedo, ha tuttavia nel frontale qualche elemento di ricercatezza, come la struttura separata dalle rimanenti pareti mediante una sottile fessura. Il suo colore è nero, in contrasto cromatico con le pareti laterali in finitura noce, da circa metà della sua altezza è leggermente rastremato dall'alto verso il basso. Il trasduttore è protetto da una griglia parapolvere circolare con fissaggio magnetico, molto agevole da posizionare e rimuovere. Le dimensioni del Riverside 8 (280 mm Larghezza x 450 mm Altezza x 348 mm Profondità) lo classificano come monitor da supporto di media grandezza. Sul retro troviamo una placca portacontatti, anch'essa nera, che reca una scritta con l'impedenza nominale, la sensibilità e la larghezza di banda. Robusti i due Binding-Post multifunzione, i quali accettano terminazioni a banana, forcella o cavo semplicemente spellato. Sul pannello inferiore possono essere avvitati quattro piedini metallici dotati di uno spesso feltrino, forniti in dotazione, per non rigare la superficie d'appoggio.
SPECIFICHE TECNICHE DICHIARATE
Sensibilità: 93 dB - 8 Ohm
Potenza di pilotaggio consigliata: circa 7 Watt
Risposta in frequenza: 40 Hz - 18 kHz
Peso netto per unità: 14,4 kg
Dimensioni: 280 mm (Larghezza) x 450 mm (Altezza) x 348 mm (Profondità)
LARGABANDA LII SONG AUDIO FAST 8
- Fs 47 Hz
- Re 6,33 Ohm (DC)
- Res 64,66 Ohm
- Qms 7,10
- Qes 0,69
- Qts 0,62
- Vas (SD) 69,7 litri
- Mms 10,28 grammi
- Cms 1084 uM/Newton
- Bl 5,15 Tesla-M
- Sensibilità SPL 94 dB
- Area (Sd): 213,82 centimetri quadrati
LE MISURE
SETUP
Microfono iSEMcon EMX-7150
Calibratore Microfonico PCE-SC41 in classe 2
Multimetro TRMS PCE-UT 61E
PC Notebook Lenovo G50
Scheda audio Focusrite Clarett 2Pre USB
Finale di potenza Rotel RB 1070
Jig per misure d'impedenza autocostruito
Voltage probe con attenuazione di 20,55 dB per la rilevazione in Dual Channel
Cavo di potenza Supra Ply 3.4 S
Software di misura: Arta - Limp - Steps (Versione 1.9.3)
Per le Lyric Audio ho ricavato due diversi valori di sensibilità, il primo su una media di frequenze che va da 100 Hz a circa 10.000 Hz e un altro restringendo il campo d'indagine da 100 Hz a 6000 Hz. Il perché di questa doppia misura sta nella notevole direttività del Lii Song Fast 8 alle alte frequenze, la quale nella risposta in asse va a condizionare il dato. È comunque un concetto che verrà chiarito meglio nelle rilevazioni che seguono. Nel primo caso otteniamo una sensibilità molto elevata, di oltre 97 dB/2,83 V/m.
La sensibilità media ottenuta sul range di frequenze da 100 Hz a circa 6000 Hz è senz'altro più congruente con quella dichiarata e significativa del comportamento emissivo del sistema in ambiente. Qui siamo a 94 dB/2,83 V/m, un dato comunque elevato. In pratica, vista anche l'assenza del filtro crossover, basteranno pochissimi Watt per pilotare a dovere le Riverside 8.
Alla risposta in frequenza rilevata in regime anecoico simulato, effettuata in asse alla distanza del canonico metro, apprezziamo un comportamento tipico dei largabanda. La notevole salita della SPL una volta superati i 6 kHz, con un picco massimo intorno ai 10 kHz, è dovuta al fatto che la potenza acustica emessa dal trasduttore è costante, ma la direttività aumenta all'aumentare della frequenza. Tale fenomeno inizia a manifestarsi quando la sorgente (membrana) comincia ad avere dimensioni paragonabili alle lunghezze d'onda emesse. Nel caso del nostro largabanda, che ha un diametro utile di 16,5 cm, otterremo: 344/0,165=2084 Hz. Ed è esattamente ciò che avviene. In buona sostanza, la potenza acustica è sempre la medesima ma l'emissione sulle alte è fortemente concentrata sull'asse, in relazione al diametro della membrana. La situazione che si evidenzia nella Free Field Response è quindi assolutamente normale, in riferimento al tipo di trasduttore utilizzato. Si nota, inoltre, che la risposta diventa parecchio tormentata dopo i 500 Hz, fenomeno imputabile al Break-Up di membrana e che si manifesta puntualmente anche nella Waterfall. Tale evento è dovuto al fatto che, oltre una certa frequenza la membrana non riesce più a funzionare come un pistone rigido, ma tende a flettere secondo determinate modalità. Nel caso di un largabanda la membrana dovrà essere iperleggera, considerando anche il peso della bobina mobile a essa solidale, che avrà più o meno la stessa massa. Una membrana quindi leggerissima (Mms di 10,28 grammi nel Fast 8), dove il parametro Mms indica la massa dell'equipaggio mobile, costituito dal cono, sospensioni e bobina mobile, si porta dietro due fenomeni: la rigidità superficiale viene fortemente compromessa e non è possibile ottenere una grande escursione. Il terzo e ultimo dato è una gamma bassa non particolarmente profonda, sottotono rispetto alla media e alta, cosa che sbilancia l'equilibrio verso questi due ultimi due range. La F3, cioè la frequenza più bassa utilmente riproducibile, che si trova 3 dB sotto la sensibilità media, si attesta nelle Riverside 8 sui 70 Hz.
La risposta del largabanda in campo vicino è stata corretta con l'opzione LF Box Diffraction di Arta, atta a compensare le perdite per diffusione. Qui si vedono ancora più chiaramente i fenomeni di Break-Up di membrana, con una risposta irregolare, il cosiddetto "filtro a pettine", fatta di una successione di picchi e buchi. Il profondo "notch" che si manifesta alla frequenza di 36 Hz è significativo della Fb, la frequenza di accordo del Bass-Reflex, che nel nostro caso è inferiore alla Fs, cioè la frequenza di risonanza dell'altoparlante in aria libera, cosa che vedremo in seguito anche nel grafico del modulo e argomento d'impedenza. In questo punto il trasduttore è praticamente fermo e grandissima parte dell'emissione è data dalla risonanza del reflex.
In questa misura si apprezza ciò che viene fuori dal condotto reflex. Vediamo quindi il contributo di quel risuonatore di Helmholtz che è il Bass-Reflex, qui presente nella zona da 70 a 80 Hz. Andando oltre ci sono le tipiche risonanze a canna d'organo generate del condotto.
La Waterfall e il Burst Decay del campo vicino sono una suggestiva rappresentazione tridimensionale del decadimento, rispettivamente, in tempo e cicli. L'andamento molto frastagliato è dovuto ai fenomeni di Break-Up già analizzati prima. Nella Waterfall notiamo che l'impulso decade di 40 dB, tra 1000 Hz e 20.000 Hz, in circa 3 millisecondi. Nel Burst Decay si parla di cicli e non di millisecondi, qui vediamo un prolungamento della zona alta (intorno ai 10 kHz, proprio dov'è posizionato il picco emerso nell'@anecoica) di circa 21 periodi, contro i 7-10 che vediamo tra 300 Hz e 7000 Hz.
Ho voluto ricavare anche una Waterfall e Burst Decay del trasduttore ripreso in campo vicino. In questo caso vediamo con maggior evidenza il prolungamento in tempo e cicli che si verifica sulle frequenze medie, in zona Break-Up di membrana.
In questo grafico possiamo vedere le risposte in frequenza ottenute in asse e nelle tre angolazioni orizzontali di 15°, 30°, 45° e 60°, riunite in overlay per un agevole confronto. Come volevasi dimostrare, nel fuori asse quel vistoso picco a 10 kHz viene progressivamente a sparire. A 45°, in particolare, si verifica un soddisfacente riequilibrio delle varie zone. Bisogna sempre tenere presente che la valutazione del comportamento di un sistema non può per forza di cose essere semplicistica, essendo la risposta anecoica in asse solo il singolo fotogramma di un film che ci racconta un qualcosa di molto più complesso. Ecco che nella stima non possono mancare la risposta fuori asse, i diagrammi polari, la Waterfall e la RTA ambientale, quest'ultima significativa dell'emissione in ambiente del sistema.
Immancabilmente, ogni variazione nella risposta in frequenza ne porta una anche di fase acustica. È questo forse il problema più critico da risolvere, giacché la fase si muove in accordo con la risposta. Nelle due rilevazioni di fase, wrapped e unwrapped, possiamo apprezzare le notevoli rotazioni che si manifestano in alta frequenza, dopo i 5000 Hz.
Nei sei grafici che seguono sono rappresentati i diagrammi polari a 360° del Lyric Audio Riverside 8 su frequenze crescenti, emblematici del suo comportamento emissivo. Da condizioni di quasi omnidirezionalità (400 Hz) si assiste gradatamente a una direzionalità sempre più spiccata, in accordo con le dimensioni fisiche della membrana. L'intervallo dinamico preso in considerazione è di 40 dB. Importanti sono anche i valori relativi al fattore di direttività e all'indice di direttività. Il primo rappresenta il rapporto dell'intensità sonora su un asse designato di una sorgente a una certa distanza "r", rispetto a quella che verrebbe prodotta nella stessa posizione da una sorgente puntiforme se questa irradiasse la medesima potenza acustica totale. L'indice di direttività, invece, esprime la differenza in dB tra l'emissione della sorgente sotto test e quella che avremmo se quella stessa sorgente fosse omnidirezionale. Questo in un dato punto dello spazio e alla medesima potenza acustica totale sviluppata. Il software Arta calcola fattore e indice di direttività nei limiti di un fascio emissivo la cui ampiezza angolare è definita da due punti, posti uno a destra e uno a sinistra dello "0" nei diagrammi polari (lo zero corrisponde alla misura in asse). In tali punti la SPL risulta di 6 dB inferiore rispetto a quella sviluppata sull'asse.
Frequenza (Hz) DQ DI Angolo (-6 dB)
400.00 2.64 4.22 203.25°
500.00 3.14 4.97 158.28°
630.00 2.88 4.60 170.86°
800.00 4.06 6.08 140.05°
1000.00 4.80 6.82 124.16°
1250.00 4.62 6.65 125.71°
1600.00 3.88 5.88 141.99°
2000.00 6.90 8.39 103.05°
2500.00 12.01 10.80 76.44°
3150.00 10.67 10.28 75.17°
4000.00 8.00 9.03 89.53°
5000.00 14.67 11.66 52.36°
6300.00 11.32 10.54 40.69°
8000.00 23.70 13.75 24.79°
10000.00 37.70 15.76 31.03°
12500.00 24.13 13.83 42.22°
16000.00 46.48 16.67 27.32°
20000.00 14.57 11.63 40.98°
Waterfall 1, Waterfall 2 e Filled Contour, tre modi di raffigurare il comportamento emissivo del Riverside 8, invero molto suggestivi e anche parecchio intuitivi. Il primo offre una vista longitudinale, il secondo frontale mentre il terzo indica con delle gradazioni di colore (dal blu al rosso) l'intensità di pressione sonora nei vari punti e angolazioni.
Nella risposta al gradino compaiono diverse oscillazioni secondarie alla principale. Interessante e il piccolo impulso iniziale che anticipa quello principale dovuto all'emissione della membrana. Il fenomeno, visibile anche alla ETC, è probabilmente imputabile all'interazione tra l'emissione del conetto centrale e la membrana principale.
L'Energy Time Decay ci dà contezza del tempo che mette l'energia sonora di una sorgente (il nostro diffusore) a decadere di un certo numero di dB a partire dall'impulso iniziale. Nel mio ambiente di misura l'energia decade di 40 dB nel giro di 1,474 millisecondi.
La misura di distorsione armonica è stata prudenzialmente condotta a una SPL di 90 dB, comunque compatibile con un ascolto domestico. Dopo l'iniziale rialzo sulle basse frequenze, i tassi si assestano mediamente al di sotto dell'1%, con una notevole differenza tra la seconda e la terza armonica, dove la terza risulta notevolmente più bassa della seconda. Ricordiamo che la terza è imputabile a fenomeni di clipping di membrana, mentre la seconda è significativa di asimmetrie meccaniche di funzionamento. Nel Riverside 8 la terza armonica è molto bassa, sotto lo 0,1% tra 90 Hz e 900 Hz, a differenza della seconda. Si verifica un certo riequilibrio tra le due nel range 900 Hz - 4000 Hz, limite oltre il quale la terza crolla letteralmente. È una rilevazione che ha la sua importanza se consideriamo che la distorsione va, oltre un certo limite, a inficiare la pulizia del segnale di partenza, con deleterie ricadute sui particolari e il dettaglio, vale a dire su tutti quei segnali di ampiezza molto contenuta ma hanno grande importanza per una fedele restituzione del suono.
È una misura fondamentale per comprendere il comportamento di un diffusore. I due picchi d'impedenza tipici del caricamento in Bass-Reflex hanno un andamento stretto e aguzzo, sintomatici di una configurazione poco smorzata, ad alto fattore di merito. Non ho per'altro potuto apprezzare il tipo e la quantità di assorbente posto all'interno del mobile, poiché mi è stato impedito di rimuovere l'altoparlante. Il primo picco è più basso del secondo (35 Ohm contro 74 Ohm), quindi la Fb (frequenza di accordo del reflex) è inferiore alla Fs del Lii Song Fast 8. Dalle rilevazioni sappiamo infatti che, a fronte di una Fb posta a 36 Hz, abbiamo una Fs dichiarata di 47 Hz. Il minimo d'impedenza è centrato a 40 Hz e vale 6,66 Ohm, valore nient'affatto critico per l'amplificazione a monte. La massima rotazione di fase positiva è di 56,4° e si verifica alla frequenza di 75 Hz, mentre la negativa vale 58,3°, alla frequenza di 92 Hz. Si nota intorno ai 550-600 Hz una piccola perturbazione del modulo, ascrivibile a una stazionaria interna al mobile. Facendo due conti, possiamo individuarne l'innesco nel senso della larghezza del mobile (344/0,280*2=614 Hz)
Le RTA ambientali a terzi d'ottava (Real Time Analysis), al di sopra della frequenza di Schroeder ricalcano abbastanza fedelmente l'andamento della risposta in regime anecoico, rivelandosi una sorta di prova del nove di quanto ottenuto con quest'ultima. L'equilibrio tonale si conferma abbastanza sbilanciato sulle medie, tra 600 Hz e 2000 Hz, ripetendosi anche il picco emissivo intorno ai 9-10 kHz, il quale è parecchio più accentuato se angoliamo i diffusori a convergere verso il punto d'ascolto (Toe-In). Alla luce di questo possiamo individuare il posizionamento più opportuno per le Lyric Riverside 8, le quali vanno tenute vicine alla parete di fondo e parallele a quelle laterali, possibilmente abbastanza distanziate da esse. Si raggiunge così una discreta distribuzione di energia in ambiente.
L'ASCOLTO
IMPIANTO
Lettore CD Rotel RCD-1070
Personal Computer Lenovo G50 con player JRiver Media Center
Scheda Audio Focusrite Clarett 2 Pre USB, usata come DAC
Amplificatore integrato stereo a valvole Line Magnetic LM-216I
Cavi di segnale Supra Dual RCA e Kimber Hero
Cavi di potenza Labirinti Acustici Fluxus LTZ 900 Fixed Banana
Cavi di alimentazione Labirinti Acustici Fluxus Alimentami
BRANI
Bach - Goldberg Variations - Gustav Leonhardt (Deutsche Armonia Mundi - Splendeurs)
The Harmonious Blacksmith (Favourite Harpsichord Pieces - Berühmte Cembalowerke) (Archiv)
Carl Philipp Emanuel Bach - Sei concerti per il cembalo concertato Wq 43 - Giovanni De Cecco, clavichord (Da Vinci Classics)
Schubert - Winterreise - Jonas Kaufmann - Helmut Deutsche (Sony)
Beethoven - Lieder Complete Recording - Hermann Prey - Leonard Hokanson (Capriccio)
Barbara Bonney - Vladimir Ashkenazy - Robert & Clara Schumann Lieder (London)
Erich Dolphy - The Illinois Concert (Blue Note)
The Modern Jazz Quartet - The Modern Jazz Quartet (Atlantic)
Bob Mintzer Quartet - Quality Time (TVT Jazz)
Premiata Forneria Marconi - Chocolate Kings (Manticore)
Banco del Mutuo Soccorso - Io sono nato libero (Dischi Ricordi)
Jethro Tull - The Jethro Tull Christmas Album (Fuel 2000)
Music for Glass Harmonica - Thomas Bloch (Naxos)
Handpan Music - Solos & Duos - Rainer Rabus & Friends (Bibiafrica Records)
Armenra - Theremin Discmorphia (Bandcamp)
Bene ha fatto Oscar Donzelli a darmi l'integrato valvolare Line Magnetic LM-216I insieme alla coppia di Riverside 8, un'elettronica che si è rivelata ideale per pilotare questi monovia. A casa ho diversi amplificatori in classe AB e D ma nessuno è a tubi, carenza che dovrei prima o poi colmare, anche se ne ho avuti diversi tra le mani in questi anni. Il Line Magnetic un amplificatore Push-Pull che monta quattro valvole KT88 come elementi finali di potenza, può funzionare sia in configurazione Ultralineare (Classe AB), fornendo 38 Watt per canale, che in modalità Triodo (Classe A) con un'erogazione ridotta a 2 x 22 Watt. Entrambe le potenze sono state ampiamente sufficienti per gestire a dovere il nostro diffusore, la scelta quindi è ricaduta quasi esclusivamente sul tipo di timbrica conseguita, leggermente diversa nelle due configurazioni. Quella a Triodo esalta la magia del largabanda, con un suono di assoluta bellezza e rotondità, mentre in Ultralineare possiamo godere di una maggior velocità e scatto dinamico; in ogni caso le prestazioni sono state ottime. Potremmo al limite selezionare la modalità in base al programma musicale che intendiamo ascoltare o ai nostri gusti personali: se ascoltiamo un clavicembalo, meglio il Triodo, se una Band di Rock meglio l'ultralineare. Ho provato le Lyric Riverside 8 anche con le mie amplificazioni a stato solido, suonavano comunque bene ma i risultati non erano paragonabili alle valvole in termini di bellezza timbrica, espressività e luminescenza delle frequenze medie, davvero stupende, belle come davvero di rado avevo ascoltato.
Se un neo possiamo attribuire alle Lyric Audio è quello di una gamma bassa piuttosto leggera, sottotono rispetto alle altre due, ma la situazione migliora tenendo i diffusori molto vicini alla parete di fondo, anche se così si perde in profondità della scena e il basso diventa un po' meno controllato. Questo rimane comunque ben articolato in ogni posizione scelta, anche discretamente veloce, ma lascia un po' a desiderare in termini di peso e autorevolezza. Diverso il discorso per il range alto, presente ma piuttosto direttivo, cosa che persuade a tenere i diffusori paralleli alle pareti laterali e alquanto distanti da esse, decisamente da evitare è l'ubicazione a convergere verso il punto d'ascolto (Toe-In). Osserviamo a riguardo le RTA che ho prodotto in ambiente, significative di un bilanciamento timbrico abbastanza spostato verso le medio-alte, tuttavia più equilibrato nella posizione parallela. La seduta conclusiva inizia proprio con il clavicembalo, cioè con lo strumento che più mi ha colpito: naturale, dal suono fluido e preciso, soprattutto emanante un corteo armonico completo, che invita a non desiderare di meglio. Le Riverside 8 consentono di cogliere con grande evidenza le diversità fra le tre registrazioni che ho scelto, non solo in termini timbrici (netto lo scarto tra la ricchezza del clavicembalo e il suono più sordo, quasi nasale, del clavicordo), ma anche di ambienza. La cosa è intuitiva, poiché un largabanda è "geneticamente" predisposto a un'assoluta coerenza timbrica su tutte le gamme, diversamente da un sistema a due o più vie.
Nell'ascolto delle voci (Jonas Kaufmann, Hermann Prey e Barbara Bonney) ritroviamo un dettaglio di alto livello e una gamma media che si conferma carnosa, molto genuina, dove ogni più minuta sfumatura viene offerta senza ostentazione, libera da qualsiasi alone di metallicità. Nel Jazz viene naturale tirar su il volume, sposto la levetta su "Ultralineare" e giro la manopola verso destra. Sorge spontanea qualche osservazione sulla fatica d'ascolto, che rimane bassa sinché si mantiene un volume condominiale, se invece si esagera il suono tende a diventare abbastanza aggressivo sulle medio-alte. Si perde in buona sostanza quell'aplomb che indurrebbe molti audiofili a mettersi in casa una coppia di Lyric, le quali si dimostrano non adatte ad ascolti spaccatimpani, circostanza in cui si capisce subito che vengono forzate a fare un qualcosa che non è nella loro natura. Ciononostante, nei successivi tre CD, un'ottima rappresentanza del Rock Progressive, il volume non è proprio moderato, tenuto su un livello che precede di poco i primi sintomi della fatica. In tali condizioni possiamo godere di una prestazione superlativa, quanto di buono si era palesato negli ascolti precedenti lo troviamo anche qui. Nel raffinato "Io sono nato libero" del Banco del Mutuo Soccorso possiamo distinguere con nitidezza tutti i dettagli di fondo; la chitarra acustica, il sintetizzatore, la spinetta, le percussioni e la voce quasi immateriale di Francesco Di Giacomo, ogni cosa si ritaglia il suo spazio, resta distinguibile senza costringere a faticose interpolazioni mentali. Tutto viene espresso con una superba finezza.
Questo è un disco rimarchevole anche artisticamente: pubblicato nel 1973, nel giugno del 2015 la rivista Rolling Stone lo ha collocato alla trentacinquesima posizione dei cinquanta migliori album progressive di tutti i tempi. Il palcoscenico sonoro che offrono questi diffusori è sempre corretto, assolutamente uniforme e non soffre di alcuno scompenso nella prospettiva. Alla fine, anche nei generi cosiddetti energetici questo largabanda Lii se la cava discretamente, se non si richiedono pressioni esagerate, regalando una confortante prontezza di riflessi sui transienti. Efficace, senza code, asciutta e rapida la resa sulle percussioni, senza voler pretendere una grande "botta" nella riproduzione di quelle grandi come la grancassa e i timpani. Ma è in occasione della riproduzione di musica acustica, strumenti singoli o piccoli ensemble cameristici che queste Lyric sfoderano una naturalezza e una mancanza di artificiosità che hanno ben pochi rivali. La carrellata termina con tre strumenti particolari, credo di raro ascolto: l'armonica a bicchieri, l'handpan e il theremin, Il loro particolare suono non trova facili termini di paragone nella nostra memoria acustica, sono dischi che io stesso non utilizzo praticamente mai nelle mie sedute, ma sono utili per mostrare la perizia timbrica dei Riverside 8, la loro grande efficacia nel tratteggiare i caratteri del suono, anche quelli più desueti. Viene così agevolata la familiarizzazione con un universo di timbri, conosciuti e meno conosciuti.
È un diffusore che ascolterei per giorni interi questo Lyric Riverside 8, senza mai stancarmi del suo suono. Non obbliga a interpolare, non impegna il nostro cervello in faticose mediazioni tra le gamme riprodotte, in virtù di un comportamento assolutamente armonioso. Forse è questo il maggior valore di un largabanda fatto con tutti i crismi. Un sistema che può dare dipendenza? È possibile. Una cosa è certa, dopo averlo avuto per compagno, anche se per un tempo limitato, ho trovato difficile ritornare ai sistemi multivia. Soprattutto li ho giudicati con maggior spirito critico, trovando spesso delle disomogeneità di comportamento che ho accettato con maggior difficoltà. Insostituibili largabanda...
Alfredo Di Pietro
Dicembre 2023