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 Amplificatore integrato Mohr SV50 minimieren

INTRO

Non solo audiofili è come una casa, nasconde ma non smarrisce. IL 24 novembre 2019 pubblicai un post su FB dove parlavo di un economicissimo amplificatore integrato appena arrivatomi a casa per una recensione, il Mohr SV50, venduto alla "esosa" cifra di 99,99 euro dalla milanese Hifi Direct. Una cifra che da quel giorno è addirittura scesa di 10 euro, nonostante siano trascorsi cinque anni. Lo ammetto, i miei tempi sono un po' lunghi, ma il periodo intercorso è troppo ampio perché sia giustificabile solo da questa mia consuetudine, c'è in realtà un altro motivo che non sto qui a raccontarvi. All'appassionato basti sapere, anticipando le conclusioni di questa mia recensione, che anche con una novantina di euro è possibile avere delle prestazioni soniche dignitose. Tengo in primo luogo a precisare che le specifiche tecniche dichiarate sul sito della Hifi Direct, l'azienda distributrice e rivenditrice del Mohr SV50, parlano di una potenza RMS erogata pari a 50 Watt per canale, evidentemente riferendosi a un carico di 4 Ohm, poiché su 8 Ohm questa è esattamente di 25+25 Watt, un dato che a ogni modo rende utilizzabile quest'integrato nella maggior parte degli ambienti domestici e con molti dei sistemi di altoparlanti dinamici che offre il mercato.


QUALCHE CENNO SUL PRODUTTORE

Oliver Mohr non è un ingegnere elettronico e dichiara con grande onestà di non poter dire molto sui dettagli tecnici, ma fa del suo meglio in proposito. Nei nostri scambi epistolari elettronici gli avevo detto che ero intenzionato a fare delle misure sul suo integrato, cosa che lui ha ritenuto molto positiva, ma piuttosto pericolosa per un amplificatore Entry Level economico come l'SV50. Bisogna inoltre tener presente che le informazioni fornitemi risalgono al novembre 2019, non so quindi se con il tempo qualcosa sia cambiato. La musica era il suo hobby, anche da giovanissimo, un dato che lo accomuna con tanti altri operatori. Durante il liceo e gli studi di economia ha lavorato in un tradizionale negozio di Hi-Fi a Paderborn, una città della Renania Settentrionale-Vestfalia, in Germania. Nel 2004 fondò quindi una sua azienda, all'inizio mirata alla sola vendita di marchi già esistenti, ma che successivamente ha sviluppato delle idee circa quei prodotti per i quali non era riuscita a trovare abbastanza fornitori. Così avvenne la decisione di creare il marchio Mohr, dapprima con la produzione di diffusori passivi Entry Level, nella consapevolezza che i clienti determinati a spendere molti soldi nell'alta fedeltà di solito preferiscono i grandi marchi di serie A, ragion per cui è difficile vendere prodotti costosi se non si ha un marchio ben noto.

Dopo alcuni anni ha avviato la produzione della serie di diffusori denominata "2", che ha rappresentato un bel passo in avanti poiché 400 euro per una coppia di diffusori in Germania era, dal suo punto di vista, un prezzo piuttosto alto. In realtà, è stato difficile lanciare dei sistemi d'altoparlanti a quel livello di prezzo, ma ora si vendono sempre più poiché la Mohr riceve molte recensioni positive su Amazon proprio riguardo ai suoi diffusori. Al momento di queste dichiarazioni (ricordo al lettore il 2019) era previsto un futuro ampliamento di questa Serie 2, per la quale venivano utilizzati i tweeter Wavecor. C'era pure l'intento di produrre più elettronica per il futuro. Ai tempi era in lavorazione il prototipo di un preamplificatore Phono economico, ancora in fase di test, e un nuovo amplificatore per subwoofer, il quale era quasi terminato per la produzione in serie. Dato che Oliver non è un ingegnere, l'azienda poteva contare su un fisico tedesco diplomato che si occupava dello sviluppo dell'elettronica, mentre la progettazione dei filtri crossover dei diffusori era fatta da un ingegnere acustico, sempre tedesco.

Oliver ha le idee chiare: nella convinzione che la maggior parte dei prodotti cinesi abbiano un suono pessimo (affermazione sulla quale, per inciso, io non sono affatto d’accordo) e difetti nel circuito elettronico, soprattutto grossi problemi di messa a terra, l'azienda decise di sviluppare in Germania, ma di produrre in Cina, anche se risulta molto difficile mettere insieme lo sviluppo tedesco e una grande produzione cinese. In questo periodo ho fatto una piccola ricerca in rete digitando su Google "Oliver Mohr Audio", ma non ho trovato nulla di riconducibile all'ambito HiFi, è apparso solo un musicista tedesco originario di Sankt Wendel. Sono passati cinque anni, questi cenni sul produttore sono destinati a perdersi progressivamente nella nebbia del tempo, essendo le origini definite ma non la situazione attuale. Non so nemmeno se quest'azienda esista ancora, ho provato a ricontattare Oliver per e-mail ma non ho ricevuto alcuna risposta. Il suo piccolo amplificatore integrato è invece qui davanti a me, simbolo di una classicità senza tempo sin dalla sua livrea.


AMPLIFICATORE INTEGRATO MOHR SV50
FIGLIO DI UN DIO MINORE?



SPECIFICHE TECNICHE DICHIARATE

- Classe di lavoro: AB
- Potenza d'uscita: 2×50 Watt
- Ingressi: 3 Linea stereo RCA sul retro / 1 Mini-Jack Linea da 3,5 mm nella parte anteriore
- Uscita diffusori: Binding Post multifunzione (Banana 4 mm/Forcella/Cavo spellato)
- Uscita cuffia: Mini-Jack frontale da 3,5 mm
- Controlli di tono per bassi, alti e bilanciamento canali
- Pannello frontale in alluminio
- Piedini di smorzamento
- Dimensioni: Larghezza 420 mm/Altezza 100 mm/Profondità: 320 mm
- Peso Kg. 5
- Impedenza: funzionamento con casse acustiche 4/8 Ohm



Il convenientissimo Mohr SV50 sorprende per le sue fattezze, con uno chassis dallo stile classico e nient'affatto plasticoso, dotato di un bel frontale in alluminio spazzolato mentre i pannelli laterali sono in lamiera metallica, per quanto piuttosto cedevole alla pressione. Classiche sono anche le dimensioni di 420x100x320 mm (Larghezza-Altezza-Profondità). Sull'anteriore troviamo, da sinistra verso destra, il pulsante d'accensione (con un piccolo LED verde che segnala la messa in tensione), il selettore degli ingressi, la manopola del volume e le tre più piccole dedicate al bilanciamento canali e ai controlli di tono per bassi e alti. Sul posteriore troviamo le tre coppie di connettori RCA per i tre ingressi Linea (CD/DVD - Tuner - TV) e i Binding Post multifunzione (Banana 4 mm / Forcella / Cavo spellato) per il collegamento dei diffusori. Per accedere all'interno si devono rimuovere nove viti con testa a croce. L'ispezione visuale generica dà l'impressione di un buon ordine, troviamo sulla sinistra il trasformatore di alimentazione con un secondario da 19 Volt, a ridosso del pannello anteriore, in corrispondenza delle manopole, c'è un'unica PCB che comprende l'intera circuitazione.



Attaccato a questa con due staffette a "L" c'è un dissipatore in alluminio, costituito da quindici alette, con al centro l'IC TDA7265 tenuto fermamente in sede da una piccola staffa con due viti. In corrispondenza del pannello posteriore ci sono gli ingressi Linea e le uscite diffusori. Oliver Mohr mi ha fornito la Taper Chart del potenziometro M and N Taper utilizzato per il controllo del bilanciamento dei due canali, dichiarando che questo dispositivo è molto raro in Cina, dove utilizzano principalmente dispositivi standard, ed è in grado di regolare il bilanciamento in modo molto accurato. Quello adoperato nell'SV50 e gli standard svolgono più o meno la stessa funzione ma con questi ultimi non è possibile la regolazione a piccoli passi, mentre con il Taper MN si può aggiustare il volume per passi molto fini in equilibrio. Mi confessò nel 2019 che non era facile da ottenere e aveva bisogno di acquistarne per la sua produzione grandi quantità. Mi disse inoltre che la sua "creatura" non ha molta potenza e presenta problemi se l'impedenza degli altoparlanti è molto bassa. Con questo prodotto l'azienda si è sforzata di realizzare un amplificatore dal buon suono, utilizzando alcuni layout circuitali che si possono trovare anche su oggetti più costosi.



Ritiene la sezione preamplificatrice davvero buona. Non manca un amplificatore per cuffia, difficile da mettere a punto per la vasta gamma di diverse impedenze che esistono oggi in commercio. Il potenziometro del volume è semplice ma di buona marca, un Alps. Il telaio è abbastanza robusto per il prezzo. Il trasformatore di potenza è una versione che assicura a sua detta meno ronzio, mentre la sezione finale di potenza è semplicemente un IC 7265, non molto potente, ma con la giusta elettroacustica è in grado di esprimere un suono valido. A differenza degli amplificatori in classe D, che non hanno il filtro d'uscita a Zero Feedback, qui abbiamo una risposta in frequenza stabile sulle diverse impedenze presentate dai diffusori, vantaggio che un circuito analogico di Classe AB come questo è in grado di assicurare. Considerando la potenza limitata, non appare sicuro che sia stata la decisione migliore quella di avere un vero controllo dei bassi, che è un filtro di tipo Shelving. Per il futuro Oliver ipotizzava l'impiego di un filtro di picco, il quale non necessiterebbe di tanta potenza dell'amplificatore, poiché se con lo Shelving si tiene il controllo dei bassi al massimo, il volume possibile non è purtroppo così alto. Non previsto il telecomando.




I CHIP



Sono tre i circuiti integrati che governano il Mohr SV50: il TDA7265 (Finale di potenza), il D2822A (Amplificatore per cuffia), mentre i due JRC 4558D sono adibiti uno ai controlli di tono e l'altro per la sezione di preamplificazione. È alquanto singolare constatare come quest'integrato sia basato, tra una marea di Classe D, su un chip in Classe AB. Non è difficile reperire in rete i rispettivi Datasheet per saperne qualcosa di più. Il TDA7265 dispone di un ampio campo di tensione di alimentazione, fino a un massimo di ±25 V. Fornisce un'elevata potenza d'uscita: 25 + 25 Watt su carico di 8 Ohm con una THD del 10%. Nessun "Pop" è avvertibile all'accensione e spegnimento, implementa la funzione di Stand-by, protezione da corto circuito e da sovraccarico termico. Questo doppio amplificatore di potenza in Classe AB è stato appositamente progettato per applicazioni audio di alta qualità in apparecchiature Hi-Fi e televisori stereo. Per quanto riguarda la THD (Total Harmonic Distortion) a 1 Watt su 8 Ohm e fondamentale a 1000 Hz, è dichiarato lo 0,01%, mentre per potenze comprese tra 0,1 e 15 Watt (fondamentale tra 100 Hz e 15 kHz), la THD si attesta sullo 0,7%. Leggermente superiori sono i tassi della distorsione armonica totale su carico di 4 Ohm: alla potenza di 1 Watt, fondamentale 1 kHz, siamo sullo 0,02%, tra 0,1 e 12 Watt (fondamentale tra 100 Hz e 15 kHz) la THD arriva all'1%.



Il chip D2822A è tipicamente impiegato per il pilotaggio delle cuffie. Si tratta di un amplificatore di potenza duale a bassa tensione, un circuito integrato monolitico Minidip a 8 derivazioni destinato all'utilizzo come doppio amplificatore di potenza nei lettori audio portatili. La sua tensione di alimentazione è fino a 1,8 Volt, presenta una bassa distorsione di crossover, bassa corrente di riposo ed è configurabile a ponte o stereo. L'JRC 4558D, infine, preposto ai controlli di tono e alla sezione di preamplificazione, è un doppio amplificatore operazionale ad alto guadagno con circuito di compensazione interno, costruito su un unico chip al silicio. Offre eccellenti caratteristiche, tanto che la separazione dei canali caratteristica è adatta per strumenti di misura. Sue prerogative sono la tensione operativa tra ±4 Volt~±18 Volt, il guadagno ad alta tensione (100 dB tipico), la resistenza d'ingresso elevata (5 MOhm tipica) e la tecnologia bipolare.

 

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L'IMPIANTO

Lettore di rete WiiM Pro-A2FC
Giradischi Pro-Ject Debut II SE con fonorivelatore MC Denon DL 160
Lettore CD Rotel RCD-1070
Diffusori Canton LE 109
Diffusori Polk Audio Monitor XT60
Diffusori Pylon Opal Monitor
Diffusori Lonpoo LP-42
Cuffia Sennheiser HD 600S
Cavi di segnale Supra Dual RCA - Kimber Hero - Audio Quality
Cavi di potenza Fluxus Litz 900 FB/FF
Cavi di alimentazione Supra LoRad e Fluxus Alimentami


ALBUM ASCOLTATI

Anton Bruckner: Symphonie 6. Berliner Philharmoniker. Mariss Jansons.

Haydn: The complete symphonies. The Esterházy Recordings. Austro-Hungarian Haydn Orchestra, Adam Fischer.

Lars Danielsson: Liberetto. Tigran - Magnus Öström - Arve Henriksen - John Parricelli-

The Essentials Wynton Marsalis.

Compilation Drum & Bass Arena 2012.

The Essentials Jaco Pastorius.

Karlheinz Stockhausen: Gaze Through The Stars. Tierkreis. Intuitive Music.

Lucio Battisti: Anima Latina

Bruce Springsteen: Nebraska

Stevie Nicks: Bella Donna


Tornando per un attimo alle misure, come testimoniato dalle rilevazioni oscilloscopiche le avvisaglie del clipping si manifestano intorno ai 24,5 Watt su carico di 8 Ohm, con una THD che rimane piuttosto sostenuta sin da 5 Watt RMS. Possiamo quindi contare su una ventina di Watt utili, che in una normale stanza d'appartamento e per un ascolto a volume medio condominiale non sono comunque pochi. Dobbiamo solo avere l'accortezza di abbinare all'SV50 dei diffusori dalla sensibilità media di una novantina di dB (o anche, volendo, un po' meno). Con le mie Canton LE 109 da 89 dB/2,83 V/1 m il Mohr SV50 si è comportato piuttosto bene, producendo una discreta SPL in ambiente. Meno roseo il contesto situazionale con i piccoli monitor da stand, che hanno tipicamente una sensibilità bassina, non tanto per quanto riguarda il livello di pressione medio quanto per i picchi dinamici. Ma è venuto il momento di vedere come suona il nostro integrato. L'album che dà il "la" a questa seduta finale d'ascolto è la grandiosa Sinfonia N. 6 di Anton Bruckner, uno dei miei autori preferiti. Scorgo nell'Adagio. Sehr feierlich il culmine di profondità espressiva di questa Sinfonia, con il primo tema che stabilisce un'atmosfera assorta, seguito da un secondo liricamente espansivo e un terzo che ha le movenze di una marcia funebre.

Il nostro integrato esordisce nel genere sinfonico mostrando una buona capacità di cesello dei particolari, un apprezzabile rispetto dei timbri strumentali e una generale correttezza d'approccio che fa ben sperare per i successivi ascolti. Rimango sul sinfonico, ma da un imponente ensemble tardoromantico passo a un organico classico composto da due oboi, fagotto, due corni, clavicembalo e archi. Da quello scrigno di preziosi che è Haydn: The complete symphonies. The Esterházy Recordings estraggo la Sinfonia N. 5 in La maggiore Hoboken 1/5. Sembra essere a suo agio il Mohr con quest'organico di minori dimensioni, più che con l'ipertrofica orchestra di fine '800; se qui tutto sembra rientrare nelle sue possibilità, nella sinfonia bruckneriana, segnatamente nel Finale Finale: Bewegt, doch nicht zu schnell, sarebbe desiderabile una maggior efficacia degli sbalzi dinamici e un comportamento più possente nelle impennate sonore d'insieme. Tuttavia, molto dipende dal diffusore che gli colleghiamo, con le Canton LE 109 la resa è più che soddisfacente, altrettanto dicasi con le torri Polk Monitor XT60, se invece passiamo ai sistemi di minori dimensioni siamo già svantaggiati in partenza, data la tipologia del diffusore che non depone per una riproduzione ottimale di tale genere.

Se poi aggiungiamo la sensibilità limitata, i 25 Watt dell'SV50 possono in diversi casi risultare insufficienti. Non è certamente il caso dell'album Liberetto con le sue melodie tendenti al malinconico, sempre connotate da un intenso lirismo. In virtù di un'ottima registrazione, il nostro amplificatore integrato si esprime secondo le sue migliori possibilità, potendo contare su risorse come la compostezza timbrica, il buon bilanciamento tonale, la rappresentazione asciutta ma non scarna. Basta non esagerare con il volume, altrimenti insorge qualche asprezza da "terza armonica", cosa che invece non avviene se utilizziamo l'uscita cuffia, dove a prevalere sono gli ordini pari, come evidenziato anche alle misure. Una sfolgorante tromba si materializza nell'album The Essentials Wynton Marsalis. In questa registrazione quella sorta di sottrazione minimalista che il Mohr esercita sulla materia sonora, che non è una semplificazione ma un arrivare senza aloni al "core" della sostanza timbrica, rende lo strumento nella sua nuda essenza, intenso e controllato, sempre immerso in una prospettiva credibile con il contorno sonoro.

Tra rapidi cambi di genere la mia passeggiata sonora si fa sempre più interessante, ascolto quindi un po' di basso e batteria con la Compilation Drum & Bass Arena 2012, non esattamente il mio genere ma utile per identificare determinate caratteristiche riproduttive. Anche qui il Mohr SV50 ha un suo perché, impegnato con suoni forti, dal carattere impulsivo in bassa frequenza. Non dico che si entra nell'ambito dei martelli pneumatici all'opera ma poco ci manca. Qui emergono delle buone qualità di controllo e velocità sulle basse frequenze, alzo il volume ai limiti del pre-clipping, potendo così godere di una prestazione più che dignitosa, soprattutto pulita e senza ridondanze. Pur se non molto generoso, di basso ce n'è a sufficienza, ma di questa regione dello spettro audio si apprezza (con il giusto diffusore) in particolar modo l'euritmia, lo stare al passo con le altre gamme, un basso comunque lontano da certe esilità alla "T-Amp". Dopo questo martellamento, che sono riuscito a reggere per poco, ritorno alla musica, alla grande musica con un altro Essential, quello dedicato al sommo Jaco Pastorius. Nel brano "Come On, Come Over" c'è un bel dialogo strumentale tra basso e batteria, lo ascolto con tutti i diffusori a rotazione, portando in evidenza più che altro i pregi e limiti di questi e non del nostro integrato.

Permane la sensazione di una riproduzione omogenea, priva di evidenze negative come di spunti d'eccellenza, attributi che inducono a considerare il Mohr come un oggetto affidabile, ligio al suo dovere e che non riserva spiacevoli sorprese. Se poi consideriamo il suo prezzo estremamente basso, viene spontaneo guardarlo con benevolenza. Vi piace Karlheinz Stockhausen? Personalmente non ne vado matto ma quando l'ascolto è per me facile cadere ipnotizzato dai suoi solipsistici vagabondaggi timbrici, ritengo certamente più digeribile la sua musica che non l'atonalismo, la dodecafonia e la Seconda scuola di Vienna. Sentire un brano come Interstellar N.1 equivale a salire su un'astronave e viaggiare nel cosmo, come abbeverarsi di cultura psichedelica e Rock lisergico. La sintesi elettronica del suono offre dei rischi nel corso di una valutazione d'ascolto, può essere disorientante perchè priva di riferimenti al timbro naturale degli strumenti non elettronici, per capirci pianoforte, violino, clarinetto e altri. Forse fuorviante. Ma c'è un risvolto da considerare: lo sganciamento dall'ambito acustico, quello cioè che non prevede l'utilizzo di strumenti che fanno uso di amplificazione e di mezzi elettrici, può indurre a considerare ciò che si ascolta come immerso in una sorta di caverna platonica.

Il suono in sé nella sua mera genesi sensoriale. Ma torniamo sulla terra. Sono rimasto molto soddisfatto dall'ascolto di Anima Latina, capolavoro visionario di Lucio Battisti dove emerge la sua stoffa di compositore. Parliamo di un album apparso nel 1974 e pubblicato dall'etichetta discografica Numero Uno. Considerato da alcuni critici come il più grande capolavoro di Battisti, è sicuramente il suo disco più complesso e poliedrico, frutto di un'originale fusione delle sonorità e dei ritmi latini con alcune modalità espressive tipiche del Progressive. La durata dei brani è più lunga del solito, l'orchestrazione e la strumentazione molto composite e stratificate, con un ampio uso dei sintetizzatori. La valida scansione dei piani sonori che offre l'SV50, il suo rigore, lo scrupolo nel far affiorare i dettagli, la sua tendenza a non manifestare indebiti "gonflage" o scompensi nel bilanciamento tonale, lo eleggono a ottimo compagno di strada sulla via dell'alta fedeltà. Qualità confermate dall'ascolto degli ultimi due album, dedicati alla voce maschile a femminile. Il bellissimo Nebraska di Bruce Springsteen è un lavoro intenso come pochi altri, foriero di atmosfere che rimangono stampate nel nostro animo, non per niente è stato inserito nella posizione 150 della lista dei 500 migliori album stilata dalla rivista Rolling Stone.

Nella serie di canzoni viene usata la chitarra acustica, l'armonica a bocca e poco altro (tastiere, mandolino, glockenspiel, percussioni). Con la sua semplicità raggiunge risultati artistici di altissimo livello. Qui si gioca molto sul "middle ground", quella terra di mezzo delle medie frequenze laddove l'orecchio umano tocca la sua massima capacità sceverante. Il Mohr SV50 anche in quest'occasione non delude, restituendo delle medie frequenze presenti il giusto, nitide, analitiche ma non puntigliose, magari prive di quell'espansività che altre elettroniche offrono (penso per esempio all'amplificatore Integrato Clones Audio 25 iR). So già quindi cosa aspettarmi dal CD Stevie Nicks - Bella Donna. Dotata di un timbro distintivo, Stephanie Lynn Nicks con questo disco ha iniziato nel 1981 la sua carriera da solista, Bella Donna si rivelò un successo commerciale, raggiungendo la prima posizione e ottenendo quattro volte il disco di platino negli USA. La resa vocale è tale da suggerire l'inclusione del Mohr SV50 nel novero degli amplificatori dotati di una certa raffinatezza. Si tratta di una ricercatezza non vistosamente sfoggiata, ma basata su un raro senso delle proporzioni, difficile, se non impossibile, a trovarsi in questa classe di prezzo.

Meditate audiofili, meditate...


CONCLUSIONI

L'amplificatore integrato stereo Mohr SV50 sembra fatto apposta per tappare la bocca a chi dice che l'HiFi è una passione onerosa. A un oggetto dal costo di 90 euro, per'altro ben fatto, completo di controlli di tono e uscita cuffia, tutto può essere perdonato. Peccato che qui ci sia davvero poco di cui lamentarsi. Certo, non è e nemmeno ha la pretesa di essere l'integrato definitivo, ma al costo di un cavo, anche piuttosto economico, regala all'utente un suono che presta il fianco a pochissime critiche, risultando terso, corretto e veloce, dal bilanciamento tonale tendenzialmente neutro, senza però avere quella spinta in basso che rende autorevole la riproduzione. La mia esperienza mi dice che non ci sono santi, per avere un basso davvero significativo serve avere a disposizione non poca corrente. Per onestà va detto che non si tratta di un vero e proprio difetto ma di una caratteristica abbastanza comune ai cosiddetti "Chip amplifier". Così fu ai tempi della genia dei "T-Amp" apparsi anni fa sul mercato e così continua a essere nella caterva di piccoli amplificatori oggi disponibili sul mercato a poche decine di euro. Parlo dei vari Auna, Fosi Audio, Aiyma, Lepy, Miaolai, Nobsound e chi più ne ha più ne metta. Tuttavia, l'SV50 ha un fascino particolare, classico, che sa di integrati anni '70-'80, forte di IC non recentissimi ma che esprimono un suono valido ancora oggi. In considerazione di quanto emerso nella mia prova odierna, ritengo imbattibile il rapporto qualità/prezzo del Mohr SV50.

Alfredo Di Pietro

Maggio 2024


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