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 AVS - Il suono dei sogni Minimize

 

 

Il sogno è l'infinita ombra del Vero (Giovanni Pascoli)


Per l'audiofilo aduso a una certa letteratura Hi Fi e agli slogan pubblicitari da rivista, il motto "AVS il suono dei sogni" potrebbe sembrare un modo più o meno suggestivo per intortare l'eventuale acquirente, indurlo a impossessarsi dell'ennesima "meraviglia" che lo condurrà sulla via d’ineffabili paradisi sonori. Nulla di più sbagliato perché nel caso del Virtual Audio Standard quelle parole assumono un significato asciuttamente realistico, vale a dire che devono essere, sic et simpliciter, inquadrate nell'ambito di una definizione scientificamente corretta. Per i lettori dotati di buona conoscenza dell'idioma anglosassone e desiderosi di andare subito al nocciolo della questione, suggerisco la lettura di questi rivelatori "Abstract" scientifici http://adsabs.harvard.edu/abs/2003ASAJ..113Q1196F Leggendoli potranno conoscere le ragioni di una filosofia che ha dato vita a un ingegnoso sistema, molto poco "visionario" ma con i piedi ben piantati per terra.

Andrea Von Salis


Il software AVS 3D VR è stato ideato dal dottor Andrea Von Salis, filosofo, EAP Psychotherapist, inventore-ricercatore, giornalista scientifico in campo audio, socio fondatore della Società Italiana di Psicologia Positiva, socio Onoris Causa dell'Associazione Giovani Psicologi Lombardia nonché titolare di AVS Research – Ricerca e Sviluppo Sperimentale nel campo della Psicologia. Come ricercatore ha pubblicato vari saggi in area psicoanalitica e di psicoacustica (Mondadori, Baldini e Castoli, Franco Angeli, Unicopli). Come giornalista scientifico ha pubblicato qualche centinaio di articoli di test di apparecchiature audio Hi-End per le riviste Suono e Stereo.

Un ricco curriculum di chi, al di là dei meriti scientifici, da appassionato di musica e riproduzione audio ha voluto un bel giorno calarsi nelle vesti del "trovatore" tracciando la strada di un nuovo modo di ascoltare. Con un approccio che è sempre stato quello del giornalista che prova ha voluto cimentarsi nella creazione di un sistema che fornisse un serio "improvement" di realismo. In buona sostanza l'idea di partenza era di mettere a disposizione dell'amatore un modo alternativo di ascoltare, strutturalmente e intrinsecamente migliore di altri a prescindere dalle elettroacustiche utilizzate. Per la parte realizzativa, gli esperimenti e lo sviluppo del software sono stati effettuati da Massimo Magrini che ha operato nell'ambito del laboratorio di Segnali e Immagini ISTI del CNR di Pisa, in collaborazione con Simone Bianchi della Tangerine Tech. Altro prestigioso riconoscimento: il brevetto USA relativo al sistema AVS è stato pubblicato in “The NASA Astrophysics Data System” a cura di Harvard. Infine il sistema software audio AVS è stato selezionato dal Governo Italiano per rappresentare l'eccellenza in “L’Italia degli Innovatori” all’Expo Shanghai 2010 nell'area “Salute”.

Mi pare che ce ne sia a sufficienza per considerare l'AVS come un'innovazione "vera" e al di sopra di ogni sospetto affrancandola, se ce ne fosse bisogno, da ogni dubbio di pseudomiracolismo.

Nei fatti il "suono realtà", come personalmente amo chiamarlo, centra perfettamente l'obiettivo di liberare l'ascolto dalle "ristrettezze" della dimensione binaurale per entrare in una nuova, l'AVS 3D VR è un bozzolo "fatato" che apre letteralmente il nostro cervello a nuovi orizzonti di percezione. Che sia stato creato poi secondo i dettami del massimo rispetto per la purezza del suono è testimoniato dalla caratura squisitamente "audiophile", i filtri equalizzatori IIR per esempio sono perfettamente trasparenti e non degradano minimamente il suono.  
Ma quali sono le sue peculiarità e con quali mezzi raggiunge il risultato prefissato?
A questo punto è opportuno far scendere in campo quegli elementi che aiutano a capire meglio quali siano le diversità dell'Audio Virtual Standard rispetto alla normale riproduzione stereofonica.

I concetti cardine sono essenzialmente due:
1) Una tridimensionalizzazione di tutto il campo sonoro secondo parametri psicoacustici.
2) Una virtualizzazione mentale che coinvolge totalmente l'ascoltatore.

L'avvicinamento a sensazioni d'ascolto prossime al tanto agognato evento live presuppone la capacità della mente di funzionare come un elaboratore di campo sonoro, corroborata da un modo nuovo d'indurre la percezione delle microinformazioni inviate dal sistema uditivo al cervello, possibilità mai pienamente sfruttata prima. L'enhancement della sensazione di tridimensionalità sfrutta il principio di correlazione delle prospettive, che consente di fondere due particolari immagini sonore tridimensionali creando degli ologrammi, cioè dei pattern d'onda interferenti aventi l'abilità di creare un effetto tridimensionale. Nello specifico le due immagini sono costituite da una principale, creata dalla coppia di diffusori frontali, e un'altra riprodotta dalla coppia posteriore. E' la stessa cosa che accade in campo ottico quando, con delle tecniche specifiche, si ottiene la percezione delle tre dimensioni da figure bidimensionali: il famoso "Magic eye" che tanto andava di moda diversi anni fa.

Il senso di apertura ricreato, partendo da qualsiasi tipo di registrazione esistente (monofonica, stereofonica, multicanale), consente di ampliare al massimo il fronte del soundstage sino a calare l'ascoltatore al centro di un evento sonoro che si estende da 180° sino a 360°. In questa "Realtà Virtuale Sonora" si è totalmente circondati dai suoni. Fiore all'occhiello dell'AVS è la notevole versatilità non solo per quanto riguarda il tipo di registrazione utilizzabile, come abbiamo visto poc'anzi, ma anche perché è perfettamente integrabile in un impianto Home Theater di pregio. Con l'audio/video, infatti, grazie a un complesso gioco di fasi e ritardi, diventa magicamente possibile spostare il punto di emissione virtuale del canale centrale ovunque entro il campo costruito dalla disposizione fisica dei diffusori e anche ricostruire un'immagine fantasma centrale/frontale a partire da qualunque registrazione stereo oppure surround. Il punto d'ascolto ottimale può entro certi limiti essere collocato in qualsiasi posizione all’interno del rettangolo. AVS ha la competenza di gestire la sua asimmetricità rispetto ai 4 diffusori tramite un sistema di gestione del ritardo di gruppo. Ovviamente se il punto di ascolto coincide con il centro del rettangolo, si è avvantaggiati e non sono richieste regolazioni.

Ma non tutti gli atout dell'AVS consistono nella ricreazione di una formidabile spazializzazione. Vengono esaltati anche quei precipui parametri che nobilitano il livello di qualità sonora percepita, come vedremo nella parte dello scritto dedicata alle impressioni d'ascolto.

 


TRA ACUSTICA E PSICHE

L'AVS 3D VR, questo modo di ascoltare ovvero questa maniera di diffondere il suono in un punto, produce un effetto che è il medesimo che accade quando noi ci "incantiamo" a un concerto. Non è certamente un fenomeno di comune riscontro quello di essere rapiti da una melodia che ci tocca particolarmente, ma quelle rare volte che si verifica riceviamo la sensazione di essere assorbiti totalmente da quello che ascoltiamo. Ci sono dei momenti, soprattutto nell'ascolto della musica classica, in cui si manifesta una sorta d'incantamento collettivo, quando si è in quello stato tecnicamente è avvenuta una modulazione dello stato di coscienza, non ci si trova più in uno stato di veglia rilassata normale ma in uno stato di estasi musicale. In questa condizione il cervello prende a funzionare in un altro modo, come un uscio che all'improvviso si spalanca permettendoci l'ingresso in una dimensione "onirica", si è pervasi da una straordinaria acutezza di sensi che, oltre a farci godere immensamente di quello che stiamo ascoltando, cambia anche il modo di percepirlo, la maniera di elaborare l'informazione sonora in arrivo. Questo cambiamento nell'elaborazione mentale avviene in due ordini di parametri: il suono diventa incredibilmente più definito e si percepisce una quantità molto grande di dettagli sonori.

AVS funziona come un sovracampionatore della percezione, è come se il nostro cervello, il quale normalmente "campiona" a 48 KHz, a un certo punto iniziasse a elaborare alla frequenza di 192 KHz. In questo stato mentale la ricostruzione tridimensionale dei soggetti sonori interni al campo, avviene secondo dei processi di elaborazione che la mente utilizzava durante la vita fetale, quando l'essere "in fieri" era immerso nel liquido amniotico. Il fenomeno è assolutamente misurabile con un elettroencefalogramma, dove si vede che la normale capacità di elaborare le informazioni aumenta di cento, mille volte. Le connessioni neurali corticali aumentano in fase sinergizzandosi. Lo studio dell'"estasi sonora" ha portato a condurre degli esperimenti scientifici su un gran numero di persone, avvalendosi quindi di una precisa metodologia che porta a risultati ripetibili. Al termine della sperimentazione è stato stilato un dettagliato resoconto, pubblicato nell'area "Salute" del governo per la presentazione a Shangai. Esiste una misura molto particolare atta a verificare quante aree neuronali corticali siano in fase in un determinato momento "x", l'andamento è rappresentabile mediante dei grafici creati grazie a degli algoritmi. Le misure mostrano che il cervello di un soggetto in un dato ambiente, a occhi chiusi e in assenza suono, si trova in una condizione di riposo, inviando però del segnale "Pink Noise" in stereo si vedono i grafici mutare aspetto.

Andrea Von Salis racconta di aver esibito i risultati del fenomeno presentandoli al pubblico nel corso di una dimostrazione fatta al Politecnico di Milano, già nel passaggio dalla veglia rilassata a occhi chiusi al Pink Noise stereo, si notavano delle variazioni nei grafici, anche se di modesta entità. Con l'AVS si è andati oltre poiché lo stesso passaggio dallo stato di riposo a quello di stimolazione da Pink Noise, ascoltato nelle medesime condizioni ambientali ma in modalità "Virtual Audio Standard", provocava un netto aumento dell'area di estensione del coinvolgimento neuronale. S'incrementava drasticamente, in una maniera tale da essere il correlato più evidente del fatto che il cervello aveva cambiato completamente assetto di funzionamento. In parole più semplici era andato "tecnicamente" in estasi. Ma perché utilizzare il rumore rosa? Per quanto attiene agli aspetti fenomenologici è stato adoperato nelle ricerche un setting standard, identico per tutti, con il Pink Noise in quanto tale tipo di segnale non ha alcun significato per il soggetto "under test", lo stimolo diventa intellettualmente ed emotivamente irrilevante (per nessuno il Pink Noise è musica). Se invece si fa ascoltare della musica, s'introduce la variabile del fattore umano individuale, la propria cultura musicale, per cui non si è più in grado di capire esattamente quanto influisca il sistema e quanto la partecipazione personale.

Siamo alla presenza di una sorta di "droga sonora" (il virgolettato è d'obbligo), uno strumento che si rivela efficace nel far sì che la mente aumenti in modo importante le sue facoltà cominciando a sfruttare in maniera tentacolare tutte le connessioni di cui dispone. Detto in altro modo se normalmente utilizziamo "n" percorsi neurali, AVS fa in modo che questi percorsi si moltiplichino "risvegliando" il cervello in un modo fantastico, le sue prestazioni di conseguenza vengono esaltate. Il dato scientifico più importante risiede nella scoperta di come stabilizzare quest’apertura di nuovi percorsi neuronali, che in quel punto non sono più cento ma diventano centomila, un milione. L'attivazione di un gran numero di connessioni sino a quel punto inutilizzate, aperte e disponibili in contemporanea, rende in grado il cervello di fare operazioni molto più rapidamente, è per questo che la percezione del suono viene ravvivata toccando vette di coinvolgimento mai raggiunte prima.

 


LA MUSICA COME TERAPIA

Adesso è Andrea Von Salis filosofo, psicoanalista e ricercatore che entra in campo narrando le sue esperienze. Spesso, dice, persone che venivano per delle sedute d'ascolto il giorno dopo mi richiamavano dicendo di soffrire di cefalea anche resistente a farmaci ma che nella seduta d'ascolto hanno visto scomparire la sintomatologia algica. "L'altro motivo per cui sostengo fermamente la veridicità scientifica dell'affermazione che AVS sia il mondo dei sogni è il seguente.

AVS tende a porre il soggetto in una dimensione d'ascolto che approssima lo stato di estasi musicale a prescindere dal brano che ascoltiamo. Se ascoltiamo un suono che ha una forma, il cervello tende, pur in questo stato che è tra il percepire e il sognare, a seguire il segnale che gli arriva da fuori perché ha una forma ben riconoscibile. Nello stato di estasi normalmente i soggetti hanno delle visioni, molto spesso quando accadono questi fenomeni, i soggetti miracolosamente "guariscono" da qualche malattia. Il termine miracolo proviene da "mirare" che significa vedere, quindi c'è una relazione diretta tra il fatto che uno assiste a una visione e succede qualcosa anche nel corpo.

Durante queste sedute, in un tasso molto alto di persone, se si segue un protocollo particolare, il soggetto non avverte più il suono e cambia completamente lo stato di coscienza. La mente non segue più una forma che riconosce (il Pink Noise non ha ritmo, non ha senso) ma cede a quest'altro stato e inizia ad aprirsi a quello spazio mentale che si verifica durante la creazione dei sogni. Quando ascoltiamo musica ci troviamo in una condizione di transizione, cioè stiamo sia percependo che sognando, se facciamo una seduta di (PAT) Psico Acustica Transizionale, ci troviamo nelle stesse condizioni poiché passiamo da uno stato a un altro. La PAT (Psico Acustica Transizionale) ha un effetto terapeutico, messa in atto sotto il controllo di un medico psicoterapeuta abilitato si è dimostrata efficace nel trattamento di patologie come la schizofrenia, le nevrosi, cefalee, ansia e attacchi di panico ma anche in malattie neurodegenerative devastanti come l'Alzheimer, demenze, decadimenti cognitivi. Studiando la letteratura scientifica si scopre che il rumore di fondo bioelettrico dei sistemi cellulari che si auto-organizzano (cervello) è Pink noise, quando un sistema mentale è fisiologicamente sano, in condizione di riposo emette un rumore di fondo a livello bioelettrico che è il Pink Noise. Quasi tutte le patologie di tipo psichico o psicosomatico dipendono dal fatto che il cervello manda delle informazioni secondo delle vie che non sono quelle giuste, per esempio il mal di testa è una di queste, la PAT è l'esempio di come si possa cancellare un circuito disfunzionale del cervello. E' più o meno quello che avviene schiacciando il tasto "reset" del computer.

 


IL SOFTWARE

Per far girare il programma AVS 3D VR è necessario un PC MAC OS X. E' possibile scaricare dal sito http://www.andreavonsalis.eu/ la versione "trial" che permette un utilizzo "full function" per un periodo di tempo pari a sette giorni al termine del quale il software potrà essere acquistato al prezzo di 350 euro. La gestione delle modalità d'ascolto prevede tre diverse possibilità:

1) Stereo normale in cui la riproduzione viene fornita dai due soli canali frontali, senza alcun processamento del segnale.

2) Stereo equalizzato: come sopra ma con l'aggiunta della DRC (Digital Room Correction) dove intervengono i filtri IIR insieme ai ritardi di fase.

3) AVS. Tutti e quattro i canali partecipano alla riproduzione, ognuno individualmente equalizzato e opportunamente ritardato. I due canali posteriori riproducono il medesimo segnale, però equalizzato e leggermente ritardato, dei principali (anteriore destro e sinistro). Il loro contributo è fondamentale non solo nell'ampliamento del campo sonoro ma anche nell'incremento percettivo delle microinformazioni presenti in ogni registrazione.

Il risultato è la creazione del cosiddetto effetto "a specchio" o "effetto Finsterle - Von Salis".

Funzionalmente l'applicazione è suddivisa in tre principali blocchi:

Input/output.
Consente la selezione della sorgente stereofonica d'ingresso a qualsiasi frequenza di campionamento si presenti. Il segnale può essere trasformato a sample rate tra 32 e 192 KHz con estensione ai 32 Bit a virgola mobile mediante un processo di upsampling che può arrivare a impiegare sino al 50% della CPU di un MAC Intel Duo. Gli ideatori del software raccomandano di operare alla massima frequenza di campionamento consentita dalla scheda audio. In questa fase del processamento il segnale binaurale viene poi convogliato sui quattro canali. Si può fare a meno di un preamplificatore perché il MAC stesso lo diviene, basta collegarlo a una scheda audio e il gioco è fatto.

Room Correction.
Grazie a 40 filtri IIR del secondo ordine di equalizzazione parametrica, completamente trasparenti al suono e totalmente tarabili in frequenza, campana e ampiezza, in questo blocco è possibile equalizzare finemente i diffusori per ottenere la risposta in ambiente desiderata. Sono incluse in questa sezione anche delle linee di ritardo, anch'esse totalmente trasparenti. La regolazione dei ritardi consente ai diffusori di essere collocati tutti alla medesima distanza virtuale dal punto di ascolto, condizione indispensabile per una valida "centratura" del campo sonoro. Le linee sono tarabili a passi di 10 - 34 microsecondi (ricordiamo che in 33 milionesimi di secondo il suono percorre un centimetro) sono possibili quindi aggiustamenti temporali molto precisi per una perfetta simmetria dei quattro canali rispetto al punto d'ascolto. Il giovamento sulla focalizzazione è molto evidente nella straordinaria chiarezza di ogni più tenue dettaglio sonoro.

Correlator.
Il modulo agisce variando la correlazione tra segnale diretto (canali anteriori) e riflesso (canali posteriori). Tutto ciò è ottenuto tramite l'interazione di equalizzazione e ritardi di fase, tarati a passi di 10 microsecondi. Ogni setting può essere salvato in un file di "Preset" richiamabile in qualsiasi momento. E' una delle funzioni più interessanti e originali del software, con questa si possono variare dimensione e caratteristiche della scena virtuale sia in ampiezza che profondità. Altra peculiarità: l'ascolto in AVS modifica le curve d’isofonia, facendole percepire molto di più i bassi.

Tra le possibilità "accessorie" fornite dai controlli presenti nell'AVS 3D VR c'è anche quella di poter equalizzare in modo preciso ed efficace ogni canale in configurazione stereo e AVS. Tarare delle postazioni d’ascolto in differenti punti della stanza oppure disporre in modo asimmetrico i diffusori rispetto al punto d'ascolto non è un problema. La ricostruzione dei tempi d'arrivo del suono è assicurata dalle linee di ritardo funzionanti per ogni canale, con risoluzione di 1 cm (circa 33 microsecondi).
In modalità stereo le uscite previste per i canali posteriori possono anche essere usate per bi-amplificare i diffusori con l'interessante "utility" di equalizzare in modo indipendente le due vie, oltre alla regolazione fine dei tempi di arrivo e la fase delle due vie.

 


IL SISTEMA DI REGISTRAZIONE. LA SFERA DI SALIS

Appare chiaro a questo punto come la filosofia sostanziata nel sistema AVS 3D VR sia la summa di un insieme di conoscenze acustiche e psicoacustiche, che nel processo ideativo Andrea Von Salis abbia messo a tesoro la sua vasta conoscenza dell'ambito neurofisiologico attingendo a piene mani dalle numerose pubblicazioni scientifiche e gli esperimenti che lui stesso ha condotto. Vi confesso di essermi inizialmente accostato all'argomento con una certa leggerezza, un po' "gasato" da quell'entusiasmante seduta d'ascolto avvenuta quasi un anno or sono. Spulciando però i voice recording, leggendo le note del sito e tutto il materiale che ero riuscito a reperire, mi sono accorto di trovarmi di fronte a un argomento decisamente complesso, in fondo io sono un semplice appassionato con il desiderio (l'ansia?) di trasmettere le mie esperienze ed emozioni ad altre persone... insomma, questa volta è stata dura e ho impiegato un bel po' di tempo prima di far "quadrare i conti".

Per la piena realizzazione della filosofia AVS occorreva una profonda innovazione non solo del modo di riprodurre la musica ma anche delle tecniche di registrazione del suono. La sua fantastica capacità rivelatrice fa sì che anche con le migliori registrazioni, la percezione del gap tra il suono reale e quello riprodotto è ancora distintamente avvertibile. Naturalmente il suono riprodotto, qualsiasi sistema venga utilizzato, non potrà mai essere identico a quello reale. Nella maggioranza dei software convenzionali, intesi come registrazione, ciò dipende dall'assenza d’importanti microinformazioni e delle "informazioni fantasma" relative ai gradienti prospettici e all'effetto cinetico di profondità. Con il modello AVS di ripresa del suono, la cosiddetta sfera di Salis, tali informazioni non si perdono ma vengono registrate. A questo si aggiunge che le registrazioni convenzionali in genere non rispettano i rigorosissimi standard qualitativi e i processi di trasferimento del segnale in sede di mastering previsti per il mantenimento delle informazioni AVS. Dal sito http://www.andreavonsalis.eu/ veniamo a sapere che il sistema di registrazione è stato messo a punto per la ripresa dei suoni in un qualsiasi contesto concreto. Vengono adoperate delle capsule microfoniche Schoeps modificate AVS, oltre a particolari accorgimenti meccanici, di posizionamento ed elettronici con riversamento delle informazioni sonore su soli due canali cosicché tutte le registrazioni eseguite secondo il modello AVS possono essere commercializzate su qualsiasi supporto stereofonico (CD, LP, DAT, Laserdisc, DVD etc.) e sono compatibili al 100% con qualsiasi impianto stereofonico.

 


CRONACA DI UNA DEMO

Il pomeriggio del 24 Aprile 2010, giorno programmato per la dimostrazione, giungo a Milano in Viale Cirene N° 18 con buon anticipo rispetto all'orario stabilito (ore 16). Le condizioni atmosferiche sono clementi e ne approfitto per fare un giretto e sorbire un buon caffè in un bar lì vicino. Alle 16 precise, quando entro nella sede AVS, Andrea Von Salis con Davide Bertelli della Exhibo stanno lavorando febbrilmente al setup, Andrea vieta a me e agli altri forumer di AR convenuti per l'ascolto di entrare in sala, ci invita gentilmente ad aspettare fuori sinché la taratura non sia terminata. Più tardi viene dato l'OK e l'allegra combriccola fa finalmente il suo ingresso, non appena entrati Andrea Von Salis inizia a dispensare consigli su come ottenere una buona ottimizzazione del sistema in ambiente.

Il concetto base è sistemare l'impianto per lo specifico ambiente in cui deve suonare. Occorre lavorare quindi sugli strumenti che ci consentono di farlo, cioè le due funzionalità del blocco "Room Correction": equalizzatore e linee di ritardo, ma è il "come" dev'essere fatta quest'operazione che è fondamentale per ottenere dei buoni risultati.

Le misure devono essere fatte posizionando il microfono nel punto d'ascolto, uno da misura tipo il Behringer ECM 8000 oppure il T-Bone o ancora il Superlux ECM-999 vanno benissimo, sono molto lineari e non c'è bisogno di nulla di più per eseguire una valida misura di questo tipo. Non è infrequente nei normali locali domestici rilevare picchi e buchi nella risposta anche di 15 o 20 dB, non bisogna essere ossessivi nell'ottimizzazione poiché una curva con scarti di livello tra le varie frequenze sino a +/- 1,5/2 dB o 1,5 è pienamente soddisfacente, indica il raggiungimento di una buona linearità in ambiente. Un buon metodo di misura consiste nell'orientare il diffusore verso il punto d'ascolto, rilevare la risposta cercando di renderlo lineare mediante le 8 bande del parametrico e senza cercare ovviamente di risollevare il basso della cassa laddove questa non ce la fa più. Se si vede che dopo i 50 Hz, come mediamente avviene, il diffusore va giù, è inutile insistere. Al massimo si linearizzano i 40 Hz a +3 dB per averli "flat" in ambiente, sempre nel rispetto della risposta, che è individuale e varia da diffusore a diffusore.

Le K&H presenti in sala erano dotate di limiter quindi nel momento in cui viene riprodotto un picco fortissimo, la cassa lo taglia e l'altoparlante non corre rischi, quello che avviene è la limitazione della potenza del picco a bassissima frequenza, non appena però il picco scende la riproduzione prosegue inalterata lasciando la sensazione di avere un basso comunque interessante. In AVS cambiano le curve d’isofonia cioè cambia la sensibilità del cervello alle frequenze, soprattutto a quelle basse, per cui si riesce a ottenere una percezione di un suono simile a quello di grandi sistemi, anche se i diffusori di cui disponiamo non appartengono a questa tipologia.

Dopo aver linearizzato individualmente le casse, si posiziona il microfono il più precisamente possibile al centro tra i due diffusori e si copia la curva ottenuta sul singolo diffusore non guardando più tutto quello che succede sopra i 2 KHz perché in quell'ambito di frequenze spostando anche di poco il microfono, a causa del sottile gioco di fase e controfase, non si ha più una risposta attendibile pur rimane attendibile sul basso. Valga come regola generale: i problemi acustici più grossi sono in basso, l'importante è vedere questo come funziona e cercare di ottimizzarlo. Se il basso più o meno è a posto, bisogna lasciarlo com'è, se invece si nota che è irregolare, si rigonfia, ha picchi e buchi strani, si linearizza su entrambi i diffusori insieme. Capita, infatti, di constatare, agendo su uno e poi sull'altro, che il basso non sia corretto in posizione d'ascolto a causa delle mutue interferenze diffusori/ambiente; in tali casi l'equalizzazione si effettua sulla coppia. L'intero procedimento descritto si ripete esattamente per i due diffusori posteriori.

Una volta eseguita la linearizzazione fronte-retro rimane da fare un'operazione di estrema importanza: misurare, posizionando il microfono nel punto preciso corrispondente alle orecchie dell'ascoltatore, la distanza che intercorre tra questo e i quattro diffusori, la rilevazione consentirà di rifasare sincronizzandoli i tempi d'arrivo delle sorgenti. L'idea è di renderli tutti virtualmente equidistanti dal capo dell'ascoltatore e siccome il suono non si può anticipare ma solo ritardare, si deve giocare sui vari "Delay", settabili tramite l'omonimo menu della sezione "Room Correction".

Una volta compiuta quest'operazione, si salva il preset in un file che potrà essere richiamato in qualsiasi momento. Un piccolo inciso... nel corso di questi interventi purtroppo mandare in crash il sistema è facilissimo, basta cambiare la frequenza di campionamento in ingresso (Soundflower o l'ingresso ottico). E' come praticamente cambiare il motore a un'autovettura in corsa, se il SO sta vedendo un sample rate di 44,1 o di 96, il programma prende le informazioni dall'ingresso ottico, ma cambiando la frequenza l'AVS va in crash. Nulla di grave comunque, basta riaprire il programma (sul MAC ci vuole pochissimo tempo) e tutto rifunziona normalmente. Acquistando il software vengono messi a disposizione dei preset già fatti, quelli per correlare i diffusori frontali e posteriori sono già inclusi nel programma.

Uno dei pregi più interessanti del sistema AVS è l'indifferenza alle non linearità provocate dall'ambiente, le quali comunemente impediscono una corretta ricostruzione della scena, il sistema la crea isolando i diffusori dall'ambiente. Per una qualche misteriosa ragione i difetti di un diffusore ascoltato in configurazione stereofonica e poi traslato in AVS, tendono a scomparire.

Nella regolazione dei volumi lo scopo da raggiungere è assicurarsi che nel punto d'ascolto giunga la stessa pressione sonora dalle quattro casse. I metodi da utilizzare sono sostanzialmente due, messi in pratica con due strumenti diversi: fonometro o orecchie. Col fonometro è molto semplice, se la simmetria è rispettata si misura l’emissione della coppia frontale poi, a partire dal riferimento fissato a 0 dB, si regola il volume della coppia posteriore. In caso di asimmetria anche laterale, occorre fare il lavoro per ogni singola cassa. Usando le orecchie, il procedimento è un po' più lungo e complesso. Ci si pone nel punto di ascolto rivolgendosi verso una parete laterale, per esempio quella a destra del punto di ascolto, in modo da avere a sinistra la cassa anteriore destra e a destra la cassa posteriore destra. Si fa emettere all’impianto un segnale monofonico regolando il volume in modo tale che il suono sia percepito esattamente al centro. In condizioni di asimmetria occorre ripetere con la parete opposta, altrimenti non occorre.

 


IMPRESSIONI D'ASCOLTO

Gli amici di AR. Da sinistra: Marco, Riccardo, Gianni, Mimmo.

Marco, Riccardo, io, Mimmo.

Setup:
Notebook MAC
Scheda Audio Echo Audiofire 4
Diffusori due K&H O 300 (anteriori), due K&H O 110 (posteriori)

Il monitor attivo Klein & Hummel O 300

Il più piccolo Klein & Hummel o 110

Finalmente arriviamo alla parte più attesa, al "come suona". Il "recensore" si avventura in quella regione dove entra in campo la sua soggettività mentre il lettore trepidante si aspetta sia soddisfatta o sconfessata la tesi del "Tutti i salmi finiscono in gloria". Di solito è così che funzionano queste cose :-)

L'adattamento al nuovo modo di percepire creato del sistema AVS, a seconda dei soggetti può avvenire in un brevissimo lasso di tempo, compreso tra 1-2 secondi, ma a taluni possono essere necessari anche 15 minuti. In un primo momento c'è l'eventualità di udire un suono confuso, poco stabile e sfocato, senza una chiara percezione della direzione di provenienza, in tal caso non è ancora avvenuta nel cervello la correlazione tra l'immagine anteriore e quella posteriore. Quando però avviene, all'improvviso il senso di offuscamento cede il passo a un campo sonoro estremamente nitido e stabile, l'ingresso nel bozzolo fatato dell'AVS, quella simbiosi profonda con il suono si è realizzata. Un altro degli effetti più tangibili del sistema di Andrea Von Salis, come dicevo in precedenza, è quello di riuscire ridurre l'influsso dell'ambiente, costituito essenzialmente da riflessioni e risonanze.

La massima efficacia si raggiunge in un preciso punto d'ascolto che, se correttamente tarato, metterà l'ascoltatore nella condizione di percepire essenzialmente dei suoni diretti, provenienti sia anteriormente che posteriormente. I quattro diffusori saranno i veri protagonisti della performance mascherando riflessioni e risonanze ambientali. L'appalesarsi di una differente modo di ricostruzione dello spazio sonoro, situata a metà strada tra il percepire e il sognare, favorisce ulteriormente l'esclusione delle informazioni proprie dell'ambiente di riproduzione.

L'ascolto inizia con dei brani registrati da Andrea Von Salis stesso al conservatorio Giuseppe Verdi di Milano e prosegue con altri. Non chiedetemi quali fossero, non lo ricordo. Ero talmente assorbito dall'ascolto, quasi calato in stato di "trance", che tutto il resto è passato in secondo piano, trascurato dalla coscienza. C'era solo lei, la musica, ospitata in uno dei più affascinanti mondi possibili. Ammetto di non aver mai ricevuto una sensazione percettiva così forte, sono entrato immediatamente in sintonia con il sistema astraendomi dalla realtà circostante, sentendomi trasportato all'improvviso in un cosmo dotato di luce propria.

L'impianto, che già nell'ascolto in stereofonia possedeva una trasparenza e cura del dettaglio piuttosto elevate, vedeva esaltate le sue doti nel passaggio in AVS, complice una forza rivelatrice esaltata all'ennesima potenza, ma in modo del tutto naturale. L'esaltazione della gamma alta che avevo notato nella prima seduta d'ascolto, provocata da un'equalizzazione poco opportuna, è in seguito scomparsa in una seconda, grazie a una corretta linearizzazione in ambiente. Il nostro orecchio non è coinvolto in un processo di "iper-realizzazione" del dettaglio quanto piuttosto in una condizione che gli consente di percepirla al meglio, ecco allora venir fuori come da una meravigliosa sorgente le più recondite armoniche di strumenti e voci, la nervatura stessa del materiale di cui lo strumento musicale è fatto.

Anche la tecnica di registrazione diventa palese con le sue caratteristiche e limiti. L'AVS abitua l'ascoltatore a riconoscere la fonte in un processo di "suono-verità", lo rende in grado di discernere tra una registrazione pura, una ottenuta da un master analogico vecchio, o mixata, trattata con dei ritardi artificiali o altro. Affievolitosi il mio iniziale stupore, sono passato alla valutazione dei parametri che concorrono a rendere emozionante e veritiera un'audizione. Per darvi un'idea più precisa l'AVS 3D VR riesce a ricreare quella formidabile acutezza di sensi che capita di avere al risveglio da un sogno che rimane ben impresso nella memoria. Così, oltre alla grande definizione, scopro un tappeto di basse frequenze insospettabile per un diffusore di dimensioni contenute caricato in cassa chiusa. Nel carattere dei Klein & Hummel ritrovo un sound eminentemente "monitor", cioè un palcoscenico tridimensionale proiettato in avanti e una gamma medio-alta piuttosto vivace, con qualche punta di aggressività, specialmente a volume sostenuto.

Riportando delle impressioni che già avevo avuto modo di esprimere sul forum di Audioreview, nelle commutazioni da stereo ad AVS le variazioni erano molto evidenti, direi impietose per certi versi. Se nell'ascolto binaurale liscio l'immagine era piatta, il suono povero in dettaglio e armonici e per di più dotato di una spiccata "scatolarità", non appena si commutava in AVS i diffusori sparivano letteralmente dalla sala, rimaneva a circondarmi solo la musica, sorprendentemente arricchita dalle più minute sottigliezze, nobilitata da una fantastica ricostruzione armonica dei timbri. Nell'ascolto di un brano per pianoforte solo, registrato da Von Salis al conservatorio Giuseppe Verdi di Milano, su alcuni accordi si sentivano perfettamente i battimenti generati da due note di frequenza molto vicina, battimenti che si dileguavano nella versione in stereo. La scena diveniva molto più profonda ed estesa, perfettamente percepibili le differenze tra una registrazione "live" e un'altra frutto del "taglia e cuci" del sound engineer.

Tutto acquistava un grande respiro. L'ariosità, di concerto con l'enhancement micro e macrodinamico, rendeva grandioso un brano per organo e orchestra di Camille Saint-Saëns. La gamma bassa era immanente, equilibrata, priva di fastidiosi rigonfiamenti e risonanze, dotata di gran controllo in ambiente: un'altra delle numerose "chicche" dell'AVS cui è difficile rinunciare dopo averla assaggiata.

L'AVS 3D VR è davvero una sfera magica plenipotenziaria in grado di fornire una risposta convincente all'audiofilo che vuole quel qualcosa in più che la stereofonia pura non concede. Consente efficacemente di passare da una lettura impersonale a una personale, molto personale direi ma altrettanto efficace nel risvegliare le emozioni, dalle più intimiste alle più estroverse e potenti, smarrite tra le imperfezioni e limiti dell'ambiente.

L'attenzione per i parametri di valutazione del suono, idealmente suddivisa in classi, beneficia non solo quelli di più facile evidenza. In buona sostanza non si tratta di una mera spettacolarizzazione del suono, ma di un perfezionamento "fine" dello stesso che non trascura nulla: ogni parametro viene portato da questo software all'acme, nel rispetto di una grande naturalezza e realismo.

Alfredo Di Pietro

Febbraio 2011


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